La Beata Alda da Siena fu una figura centrale per il suo territorio, dove è forte la devozione, grazie ai tanti miracoli che si verificarono per sua intercessione.
Nacque a Siena il 28 febbraio 1245 e a sua madre Dio aveva mostrato in sogno di aver scelto la nascitura per sé. Dopo la la morte prematura del marito, a cui Alda fu data in sposa, vestì l’abito del Terz’ordine degli Umiliati e si diede a vita penitente nella solitudine di una sua piccola proprietà.
Lì Alda però miracoli ed ebbe estasi e visioni. Si dedicò tutta la servizio dei poveri, degli infermi e dei pellegrini, prima di passare gli ultimi anni nell’ospedale di Sant’Andrea, che in seguito fu detto di Sant’Onofrio. Il più antico testo figurato di Alda Ponzi si trova in un brano di affresco tardo quattrocentesco che mostra un frammento del catafalco con il corpo della beata e due scene della sua Vita.
Questa biografia della santa, proveniente dalla distrutta chiesa di San Tommaso degli Umiliati a Siena, nel cui ordine si diffuse presto un grande culto di questa santa, si conserva oggi distaccato dal muro nella Pinacoteca nazionale di Siena.
Le circostanze della morte di Alda, il cui nome completo è Aldobrandesca, presentano una particolare e quasi puntuale consonanza con quelle di Verdiana da Castelfiorentino. Entrambe queste due pie donne furono infatti trovate defunte, in stato di cadavere, posizionate però in ginocchio davanti a un altare e con le mani giunte in preghiera, tanto da dare l’impressione di essere ancora in vita.
Il corpo di Alda fu a lungo conteso per la sepoltura tra i “patres Humiliati” e il “parochus San Andreae”. La controversia terminò tre giorni dopo la morte, il 29 aprile, quando rrivò la pronuncia a favore dei frati umiliati. Dopo la morte, furono numerosi i miracoli compiuti per intercessione della beata, fino a che nel mese di novembre del 1489 si stabilì la traslazione delle sue reliquie.
Ma anche in vita accaddero fatti straordinari. Nel 1583, quando l’Ordine degli umiliati era già stato soppresso dal 1571, e la chiesa di San Tommaso passata sotto la giurisdizione delle monache di San Petronilla, avvenne la miracolosa guarigione di una monaca. Grazie a questa notizia, riportata in una biografia pubblicata nel 1584, si arrivò a comprendere le ragioni della collocazione e della decorazione del sepolcro della beata Alda Ponzi.
Vale a dire, tra l’altare della Natività e il monumento Buonsignori in una “arcam lapideam”. Sotto di questa era dipinta la beata sul letto di morte con ai lati quattro scene dalla sua vita, frammento conservato alla Pinacoteca nazionale di Siena datato successivamente al 1489. Nella parte centrale della raffigurazione si vede il cadavere di Alda sul catafalco, vestito con l’abito delle terziarie umiliate, mentre la beata tiene nelle mani un grosso chiodo che diventerà un suo attributo.
Nella prima scena in alto a sinistra, l’episodio dell’apparizione dei chiodi del Crocifisso, dove la beata intaglia da un ramo di legno il chiodo più grande di quelli che l’angelo le aveva mostrato nella visione. Nell’altra scena si vede a Alda inginocchiata davanti a un altare, mentre un angelo che appare dall’alto le mostra i chiodi sanguinanti della Croce di Cristo.
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Sulla destra si vede la beata seduta su uno scanno, mentre con un coltello sta scolpendo, da un ramo di ulivo, il chiodo simile a quello usato per configgere i piedi di Cristo. In basso a sinistra, infine, Alda è raffigurata mentre trasforma acqua in vino per un contadino, miracolo ripetuto per una sua amica di nome Berta.
Giovanni Bernardi
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