Di origina basca, proveniva da una ricca famiglia di industriali, gli Ybarra. Fu la fondatrice dell’istituto chiamato “degli Angeli custodi”.
Fu la fondatrice dell’istituto chiamato “degli Angeli custodi”.
Raffaella nacque in Spagna, a Bilbao, nel 1843, e nell’infanzia studiò nella provincia basca francese di Bayonne. Lì ricevette la prima comunione e vi rimase fino all’età di quattordici anni. A quell’età, però, una malattia la obbligò a interrompere gli studi. Sposò a diciotto anni Giuseppe Villalonga y Gipuló. Anche lui proveniva da una famiglia di industriali, e insieme ebbero sette figli.
Quando morì la sorella, decide di adottarne altri cinque. Quell’evento segnò così tanto la sua vita che fu il vero spartiacque tra la sua vita terrena e quella spirituale. Si mise sotto la direzione del gesuita Francesco Muruzàbal. Quando perse anche la sorella più giovane le capitò di leggere l’Introduzione alla vita devota di S. Francesco di Sales.
Fu letteralmente folgorata da quel testo, al punto che decise di adottarlo come fonte primigenia della sua vita e della sua spiritualità. A partire da quel testo la beata fondò la sua vita puramente apostolica e centrata sulla messa in pratica della Parola del Signore in ogni momento.
Così cominciarono le sue opere di carità già nel 1879, quando cominciò a fare visita ai malati ricoverati nei diversi ospedali di Bilbao. Si dedicò in modo particolare alle ragazze che diventavano oggetto di sfruttamento sessuale ed economico. In quegli anni infatti numerose ragazze si trasferivano dalla campagna alla città, e alla fine si ritrovavano pesantemente sfruttate, malate e abbandonate.
Nel 1883 morì la madre, e Raffaella si prese cura del padre fino al suo decesso. Nel 1885 pronunciò i voti temporanei di povertà, castità e obbedienza, che diventarono perpetui nel 1890, il tutto con il consenso del marito. A quel punto inaugurò un centro per il sostentamento dei giovani indifesi, aprì una casa di accoglienza per giovani donne, che prese il nome di Sacra Famiglia.
Nel 1892 arrivò a fondare un convento delle Figlie di Maria Immacolata, ordine istituito a Bilbao dalla beata Vincenza López y Vicufia. La sua preoccupazione per le ragazze madri, povere, sfruttate, abbandonate crebbe sempre di più.
Nel tempo diede all’Associazione della Santa famiglia un ruolo più vasto in tutti i diversi campi delle opere caritative. Fino a fondare nel 1894 un orfanotrofio per ragazze, noto come il Collegio degli Angeli custodi, affidato a una congregazione religiosa fondata proprio per questo scopo.
Quando morì anche il marito, nel 1898, Rafaela non entrò nell’istituto da lei stessa fondato, come desiderava e come tutti immaginavano. Al contrario, restò a prendersi cura dei sei nipoti rimasti orfani. Furono gli anni in cui le comparse un tumore allo stomaco, che non le impedì di prodigarsi giorno e notte alla cura della sua congregazione.
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Quando lasciò la terra per il cielo, furono migliaia le persone che piansero la sua dipartita. Uomini, donne e ragazze che avevano ricevuto tanto da lei e che la consideravano come una madre. La futura beata aveva infatti compreso appieno i cambiamenti politici, economici e sociali che la società stava vivendo, e prese in mano la situazione agendo per porvi rimedio, per quanto poteva con le opere e con la testimonianza.
Utilizzò tutto ciò che aveva, per tutta la sua vita, al servizio degli altri, del prossimo e in particolare dei più deboli e soli. La società stava già allora stritolando le persone più povere, che non avevano più le campagne e non trovavano spazio nelle città. Papa San Giovanni Paolo II la beatificò il 30 settembre 1984.
Giovanni Bernardi
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