I diciannove Beati Martiri d’Algeria decisero di restare fino all’ultimo vicini al popolo che avevano deciso di servire, pur conoscendone i rischi.
I religiosi, quasi tutti di origini straniere, sono stati uccisi in Algeria negli anni dal 1994 al 1996. Anni terribili in cui i gruppi islamisti armati erano al potere. I religiosi però non piegarono mai la testa di fronte ai soprusi, e pur sapendo benissimo a quali rischi andavano incontro, scelsero di restare nel Paese.
Portarono avanti la loro missione fino in fondo
La loro missione era infatti quella di offrire speranza al popolo algerino, e quindi di essere segno di presenza cristiana che vuole dialogare con il mondo islamico. Il gruppo era guidato da Pierre-Lucien Claverie, vescovo di Orano e religioso domenicano, e di questo facevano parte anche sette monaci trappisti, quattro Padri Bianchi, due suore Agostiniane Missionarie, due Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, una Piccola Suora del Sacro Cuore, una Piccola Suora dell’Assunzione e un religioso marista.
Monsignor Claverie e i suoi diciotto compagni sono stati beatificati l’8 dicembre 2018 a Orano, nella basilica di Nostra Signora di Santa Cruz, sotto il pontificato di papa Francesco, accomunati dall’aver perso la vita in questi anni neri per l’Algeria. Nel tempo intercorso dal 1991 al 2002 i gruppi musulmani che presero il potere uccisero circa duecentomila algerini musulmani, compresi un centinaio di imam che si erano opposti all’utilizzo della violenza sotto il pretesto della religione.
L’odio alla fede emerse dopo la scelta dei religiosi di restare nel Paese
L’odio alla fede emerse dopo che i religiosi scelsero di restare nel Paese, dopo che molte altre congregazioni erano invece state cacciate con il terrore. Loor scelsero di restare fino all’ultimo insieme al popolo che avevano deciso di servire con tutta la loro vita.
Tra questi martiri ci sono il fratello marista Henri Vergès e suor Paul-Hélène Saint Raymond, delle Piccole Suore dell’Assunzione, assassinati l’uno a breve distanza dall’altra l’8 maggio 1994, sul luogo in cui facevano servizio, ovvero la biblioteca diocesana situata nel quartiere popolare della Casbah.
I nomi di tutti i religiosi che persero la vita in quei tristi mesi
Le due suore Agostiniane Missionarie, suor Esther Paniagua Alonso e suor Caridad Álvarez Martín, vennero uccise il 23 ottobre successivo mentre andavano alla Messa domenicale a Bab el-Oued. Il 27 dicembre 1994 toccò a quattro sacerdoti dei Missionari d’Africa, i Padri Bianchi, uccisi a colpi di kalashnikov nel cortile della loro casa di Tizi Ouzou. Si trattava dei padri Alain Dieulangard, Jean Chevillard, Christian Chessel e Charles Deckers.
Il 3 settembre 1995 a Belcourt, quartiere di Algeri, vennero assassinate due suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, la cui missione era quella di offrire cure ai neonati e alle giovani algerine. Si trattava di suor Bibiane (al secolo Denise) Leclerc e suor Angèle-Marie (Jeanne) Littlejohn. Dopo di loro, tre mesi dopo, il 10 novembre 1995, morì suor Odette Prévost, delle Piccole Suore del Sacro Cuore, congregazione ispirata a Charles de Foucauld, uccisa mentre aspettava l’automobile che l’avrebbe accompagnata a Messa.
I sette monaci trappisti del monastero a Tibhirine
Oltre a loro, la storia che ebbe più seguito, diffusa al grande pubblico anche da una nota pellicola cinematografica di un regista francese, intitolata “Uomini di Dio”, fu quella dei sette monaci trappisti del monastero di Nostra Signora dell’Atlante (Notre-Dame de l’Atlas) a Tibhirine.
Lì persero la vita il priore dom Christian de Chergé, il fratello converso Luc (al secolo Paul) Dochier, padre Christophe Lebreton, fratel Michel Fleury, padre Bruno (Christian) Lemarchand, proveniente dal monastero di Fès, padre Célestin Ringeard e fratel Paul Favre-Mirille. Furono rapiti da un commando del Gruppo Islamico Armato la notte del 26 marzo 1996. Della loro esecuzione ne venne riferito da un comunicato degli stessi terroristi, datato 21 maggio 1996.
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Tra questi, l’ultimo a morire fu monsignor Pierre-Lucien Claverie, ucciso da una bomba nel vescovado di Algeri mentre stava facendo ritorno da una celebrazione in loro suffragio, insieme a Mohamed Bouchikhi, musulmano, suo autista e amico.
Giovanni Bernardi