Una volta il beato cardinale Newmann disse: “La religione del mondo sembra simile al cristianesimo ma è sua nemica”. In un articolo precedente vi abbiamo parlato dell’odierno misconoscimento dell’opera del demonio. A questo si associa un voluto diniego della potenza di Dio ed una mancata paura della punizione per i peccati. Interessante in questo senso è una pagina scritta dal beato cardinale Newmann su quella che lui chiama “Religione del mondo”. La disamina del cardinale parte proprio dalla genesi di questa teoria in cui Dio non è più al centro dell’etica del mondo e si legge: “Il mondo costruì, con l’aiuto dei filosofi del giorno, una contro-religione, in parte simile al cristianesimo, ma in realtà sua acerrima nemica (…). [Essa] ha scelto del Vangelo il suo lato più sereno: l’annuncio della consolazione, i precetti di reciproco amore. Rimangono così relativamente dimenticati gli aspetti più oscuri e più profondi della condizione e delle prospettive dell’uomo”.
Sebbene l’etica della società si ispiri ai precetti religiosi e tutte le costituzioni degli Stati odierni si basino su concetti di fratellanza e libertà a queste, manca il punto cardine della religione. Monsignor Newmann non nega che in linea di massima l’umanità tenderà a comportarsi civilmente e ad abbracciare simbolicamente e praticamente alcuni precetti cristiani: “È la religione naturale in un’epoca civile, e Satana l’ha accortamente ornata e perfezionata fino a farne un idolo della verità. Via via che la ragione prospera, via via che il gusto si forma e si raffinano gli affetti e i sentimenti, sarà inevitabile che alla superficie della società si diffonda, del tutto indipendentemente dall’in uenza della rivelazione, un costume generale di onestà e di benevolenza”.
Questa adesione, però, è puramente fittizia, perché, come spiegato prima, manca di un elemento cardine della religione: “Abbandona (la religione del mondo) un intero lato del Vangelo, cioè il suo carattere austero e ritiene basti essere benevoli, cortesi, candidi, corretti nella condotta, delicati, e che non include il vero timor di Dio, nessun vero zelo per il Suo servizio, nessun odio profondo del peccato, non l’adesione fervida alla verità dottrinale, nessuna speciale sensibilità intorno ai singoli mezzi adatti a raggiungere i fini, purché siano buoni i fini, nessuna lealtà di sudditanza alla santa Chiesa apostolica di cui parla il Credo, nessun senso dell’autorità della religione se non all’interno della mente: in una parola, una dottrina che non ha serietà, e perciò non è calda né fredda, ma (secondo la parola della Scrittura) è semplicemente tiepida”.
Senza il timore di Dio, secondo il cardinale Newmann, ci allontaneremo sempre di più dalla retta via non conoscendo mai la possibilità di andare in paradiso, ed infatti concludendo la sua disamina dice: “Il timor di Dio è il principio della sapienza, nfio a quando non vedrete Dio come un fuoco consumatore, e non vi avvicinerete a Lui con riverenza e con santo timore, per il motivo di essere peccatori, non potrete dire di essere nemmeno in vista della porta stretta. Il timore e l’amore devono andare insieme; seguitate a temere, seguitate ad amare fino all’ultimo giorno della vostra vita”.
Luca Scapatello