Il Beato Clemente da Osimo fu un grande promotore dell’Ordine agostiniano e della sua unità. Un suo gesto segnò indissolubilmente il suo operato.
Clemente nacque a Osimo, in provincia di Ancona, all’inizio del tredicesimo secolo. Fu un eremita della congregazione eremitica di Brettino e divenne agostiniano solamente nel 1256. Da lì, fu Provinciale della Provincia anconetana nel 1269 e Priore Generale dell’Ordine agostiniano dal 1271 al 1290. Fin da subito si riportano in maniera principale le sue caratteristiche di vero e proprio leader. In particolare, il suo temperamento lo portava alla prudenza e alla ponderazione, oltre che alla paterna benevolenza, alla sollecitudine e al lavoro instancabile.
Il bagaglio di esperienze e di spiritualità eremitica
Ma furono altri gli aspetti molto speciali che segnarono fin da subito la sua esistenza. Quando nacque nella cittadina marchigiana di Osimo, infatti, non era del tutto chiaro se si trattasse in realtà di Porto sant’Elpidio. In ogni caso, dei primi anni di lui non si sa quasi nulla, se non che fosse un eremita. Di per sé, però, si tratta di un segno che indica già un bagaglio importante sia di cultura che di spiritualità.
Il che giustificò la rapida carriera che ebbe all’interno del suo ordine, dove resterà Priore Generale per un triennio, prima di ritornare a vita ritirata, ovvero alla sua specifica vocazione. Ma nel 1284 viene di nuovo eletto all’unanimità, per essere poi confermato nel 1287 ed ancora nel 1290.
La devozione mariana e il prodigio che segnò la sua vita
Durante il suo primo mandato, infatti, la personalità di Clemente non riuscì ad esprimersi in pieno. Probabilmente, era infatti fortemente condizionata dalle pressioni degli ecclesiastici che lo circondavano. In seguito, però, la sua impronta fu inequivocabile. Ad oggi, gli storici lo considerano uno tra i più grandi priori generali degli inizi dell’Ordine. Sarà infatti proprio lui a riformulare e promulgare le Costituzioni dell’Ordine, dedicandovisi con grane zelo insieme al confratello ed amico Agostino Novello.
Fu così anche un grande promotore dell’unità del suo ordine. La sua preoccupazione, oltre a quella di promulgare le prime Costituzioni, era di dare alla formazione dei novizi un chiaro orientamento agostiniano. Il suo desiderio era che l’intero Ordine avesse un’unica liturgia, e fu anche colui che indirizzò alunni e professori all’esperienza internazionale.
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Grazie a lui, la devozione mariana diventa una tradizione dell’Ordine. Clemente ne è uno dei maggiori promotori, visto che la sua devozione alla Madonna è grande. Ma ci furono alcuni fatti prodigiosi che segnarono in maniera fondamentale il suo priorato, tra questi quello del cambiamento dell’acqua in vino. Un timbro che per molti fu indelebile, quasi divino, sulla sua opera.
Giovanni Bernardi