Il Beato Francesco da Fabriano fu il primo costruttore di una biblioteca francescana, ma fu proverbiale una sua particolare devozione per le anime.
Francesco Venimbeni nacque nel 1251 a Fabriano, in provincia di Ancona, da Compagno Venimbene, medico, e Margherita di Federico. La sua infanzia Francesco la dedicò in modo particolare allo studio, tanto da arrivare ad unirsi ai Frati Minori francescani alla giovane età di sedici anni, dopo avere terminato i suoi studi filosofici, e subito, riportano le cronache dell’epoca, si distinse fortemente per cultura ma soprattutto per santità di vita.
Mentre era novizio a Fabriano, riuscì ad ottenere un permesso molto speciale. Alla fine del noviziato, infatti, andò ad Assisi per lucrare l’indulgenza della Porziuncola. Nella città di Francesco incontrò frate Leone, che era stato segretario e confessore proprio dello stesso Poverello di Assisi. Frate Leone fu infatti uno dei primi compagni di San Francesco, e ne lesse gli “scritti”.
Pare che fu proprio lo stesso Leone a persuadere Venimbeni a scrivere una colta difesa dell’indulgenza. Nel 1316 e dal 1318 al 1321 Francesco fu superiore del nuovo convento costruito dai confratelli a Fabriano. In questo luogo decise di devolvere il denaro proveniente dall’eredità paterna alla costruzione della prima biblioteca francescana.
Biblioteca in cui raccolse una copiosa quantità di manoscritti, divenendo in seguito a questo evento il primo fondatore delle biblioteche in seno all’Ordine Francescano. Francesco scrisse anche una serie di importanti omelie di cui però ad oggi non rimane nulla, e documento anche gli eventi e le date principali della fondazione dell’ordine a Fabriano.
Si riporta che avesse una forte devozione per le anime sante e fu predicatore eloquente ed efficace, tanto da riuscire a convincere tre dei suoi nipoti a diventare Frati Minori come lui. Oltre a questo, tutta la sua vita fu devoluta all’attenzione verso i poveri, gli emarginati e gli ammalati. Si riporta come fosse lui stesso, in prima persona, a prendersi cura dei bisognosi, e a questi si premurava di fornire tutto il sostegno materiale e spirituale che fosse loro necessario.
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Altrettanto degno di note, però, fu lo zelo con cui affrontò la sua missione per la salvezza delle anime. Si disse che trascorreva molte ore in confessionale o nell’annunzio della parola di Dio. Dal punto di vista personale, Francesco vestiva una rozza tunica, si flagellava con aspre discipline, dormiva poco per dedicare più tempo possibile alla preghiera. Celebrava la santa Messa con fervore ed era devotissimo delle anime del Purgatorio. I misteri della Passione di Cristo, argomento principale della sua contemplazione, lo commuovevano fino al pianto.
Giovanni Bernardi
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