Oggi 1 giugno: Beato Giovanni Battista Scalabrini e le soluzioni al tema dell’emigrazione

Beato Giovanni Battista Scalabrini fu il fondatore di una delle più importanti Congregazioni, impegnata su un tema del tutto centrale per il nostro tempo. 

Beato Giovanni Battista Scalabrini
Beato Giovanni Battista Scalabrini – photo web source

Un tratto fondamentale della sua filosofia di vita caratterizzò questa importante figura della storia moderna della Chiesa: quella di “darsi tutto a tutti”. Grazie a questo suo metodo nacque una una congregazione missionarie oggi più importanti.

Attento osservatore della realtà umana contemporanea

Giovanni Battista nacque a Fino Mornasco, in provincia di Como, l’8 luglio 1830 e divenne sacerdote il 30 maggio 1863. Come pastore nella diocesi piacentina scrisse migliaia di testi sui problemi del suo tempo o sulle vicende della storia italiana, religiosa e politica.

Era infatti un attento osservatore e interprete della realtà umana contemporanea, e la sua opera missionaria cominciò fondando un Istituto per sordomuti, un organismo di assistenza per le mondine, società di mutuo soccorso, casse rurali. Visitò continuamente numerose diocesi, anche le più sperdute, a cui inviò anche molte lettere.

Le sue illuminanti soluzioni pastorali per l’emigrazione

Celebrò ben tre Sinodi diocesani e fu un acceso sostenitore dell’Azione Cattolica, dando vita anche al periodico “Il Catechista cattolico”, prima rivista italiana per la diffusione del catechismo. A Piacenza fu l’organizzatore del primo Congresso catechistico nazionale.

La sua memoria, tuttavia, oggi viene fortemente tramandata e messa al centro per le sue illuminanti soluzioni pastorali per l’emigrazione. Tutto nacque dalla vista della folla di derelitti alla stazione di Milano, pronti a imbarcarsi per l’America dove venivano letteralmente trattati come merce, sprovvisti di ogni assistenza.

Cominciò a sensibilizzare tutti al problema dell’emigrazione

Da quel momento Giovanni Battista cominciò a sensibilizzare tutti al problema dell’emigrazione, che in definitiva diventa una tragedia per molti, sia per chi parte che per chi resta. Un tema sicuramente centrale oggi, con le tante tragedie che ormai da anni caratterizzano il Mediterraneo, diventato da centro di speranza a luogo di grandi drammi, al centro di tanti richiami dei vescovi italiani e soprattutto di Papa Francesco.

In un primo momento, però, Giovanni Battista non riuscì a ottenere grandi risultati ma non si scoraggiò, raddoppiando la posta in gioco e fondando il 28 novembre 1887 la congregazione dei Missionari di San Carlo, nota anche come degli Scalabriniani, il cui intendo è quello di dedicarsi completamente all’assistenza spirituale dei numerosi italiani emigrati in America.

La carità che nacque da una tensione interiore alla perfezione cristiana

Il Comitato di patronato, istituito in un primo momento per provvedere alla tutela degli interessi materiali degli emigrati, divenne poi la Società S. Raffaele, suddivisa in Comitati locali. Iniziò con appena tre sacerdoti per una moltitudine di emigrati, e già solamente un anno dopo i missionari erano già diventati dieci. 

Oggi, invece, i Missionari di S. Carlo sono oltre 700 presenti in 25 Nazioni, sparse per i cinque continenti. A questi si aggiunsero le Apostole del Sacro Cuore, fondate da santa Francesca Saveria Cabrini, inizialmente formato da quattro suore ed un orfanotrofio, mentre oggi conta 850 suore.

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La volontà di questa fondamentale figura della chiesa nacque però da una continua e profonda tensione interiore alla perfezione cristiana e alla carità perfetta, riassunta nel motto: “Santificarmi, farmi santo: hoc est omnis homo!”. Il Beato Giovanni Battista Scalabrini ebbe infatti una intensissima vita di preghiera ed ascetica, rivolta alla meditazione e alla pietà eucaristica che si riversava tanto nella Messa quanto nella adorazione anche per tutta la notte.

Giovanni Bernardi

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