Il Beato Fusco ebbe una rivelazione da giovane. Qualcosa avrebbe sconvolto la sua vita. Lui però non sapeva come sarebbe successo.
La profezia di un vescovo lo mise infatti duramente in guardia. Dopo dieci anni dalla sua seconda più grande opera di carità, ovvero la fondazione della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, capace di riflettere “la più viva immagine d quella divina carità con cui il sangue fu sparso”, un vescovo lo guardò negli occhi.
La sofferenza che gli era stata profetizzata
“Ha scelto il titolo del Preziosismo Sangue? Ebbene preparati a bere un calice amaro”, fu la profeiza del prelato. Tommaso aveva affidato alle Figlie della Carità l’educazione, l’istruzione e il mantenimento delle bambine orfane. Tre suore e sette orfane, a cui lui stesso inizialmente doveva provvedere.
Due sacerdoti rivali, per l’invidia di questa opera di bene che il futuro beato stava realizzando, costruirono un castello di accuse infamanti e vergognose nei suoi confronti. Fusco soffrì molto per quanto gli stava accadendo, che lo addolorava nel profondo. Alla fine di questa vicenda i calunniatori confessarono pubblicamente tutto il male che gli avevano fatto, e il Tribunale ecclesiastico proclamò Fusco del tutto innocente.
Il contesto storico e l’origine del futuro beato
Tommaso Maria Fusco nacque il 1 dicembre 1831 a Pagani, in provincia di Salerno. In quegli anni, in Italia e in modo particolare nel Meridione, fiorivano i moti di indipendentismo che provocavano continuamente disordini e caos. Tommaso era il settimo di otto figli, e proveniva da una famiglia molto in vista.
La madre era una nobildonna, il papà farmacista. Tuttavia lo lasciarono molto presto, e a dieci anni restò orfano. Mentre a Pagani si celebrava la canonizzazione di Alfonso Maria de’ Liguori, una luce penetrò il cuore del giovane Tommaso. Capì che avrebbe dovuto farsi prete. Nella sua famiglia c’erano però già due preti, il fratello maggiore e uno zio paterno.
La decisione di diventare un sacerdote e la sua opera maggiore
All’epoca si pensava che due vocazioni nella stessa famiglia erano più che sufficienti. Oltre ciò, la famiglia sperava in lui per la continuità della dinastia. Senza contare l’amministrazione degli ingenti beni di famiglia che sarebbe toccata proprio a lui. Nonostante ciò, Tommaso tira dritto. A sedici anni decide di entrare in seminario, e a ventiquattro anni arriva la sua ordinazione sacerdotale. Così comincia a mettere in pratica quelle opere di bene a favore del prossimo che aveva sempre sognato.
Prima la scuola privata a casa sua, poi la cappella in una vecchia confraternita, un luogo che poi si rivelerà di grande spiritualità, preghiera e meditazione, aperto a tutti, dove giovani uomini e donne di ogni estrazione sociale potevano ricevere un’istruzione religiosa. Furono per tutta la sua vita le due linee portati del suo apostolato, segnato nella missione verso il popolo grazie alla sua capacità di eloquio con chiarezza.
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Nel 1862 fondò la “Compagnia dell’Apostolato Cattolico del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo”, in cui chiese agli affiliati di predicare le missioni al popolo, ma anche di propagandare la devozione al Sangue di Gesù. Oltre che dii fondare in ogni parrocchia la Pia Unione del Preziosissimo Sangue.
Giovanni Bernardi