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Oggi 6 aprile: Beato Zefirino Agostini e la “scuola di carità” nata da Dio

Il Beato Zefirino Agostini diede inizio a un’importante compagnia dedita ai giovani poveri. Dopo i primi tentennamenti, capì di non poter frenare la volontà di Dio. 

Beato Zefirino Agostini – photo web sourceBeato Zefirino Agostini

Zefirino nacque a Verona nel 1813, e da medico prestò soccorso ai feriti della battaglia di Caldiero, tra le truppe napoleoniche e quelle austriache. In quell’occasione contrasse il colera. Trascorse i primi otto anni di sacerdozio come assistente nella parrocchia natia, dedicandosi all’istruzione del catechismo e all’assistenza dei giovani dell’oratorio. Nel 1845 compì il suo ingresso come nuovo parroco.

I doni di consiglio e prudenza del futuro beato

Curò tutti i campi della pastorale parrocchiale, come la predicazione, la catechesi, i sacramenti della confessione e dell’Eucaristia. Tutti gli riconoscevano un dono, quello del consiglio giusto e della prudenza. Fu lui a promuovere le associazioni laicali dedite alla formazione spirituale e all’apostolato, come gli Oratori per la gioventù, la Confraternita della Dottrina Cristiana e del Santissimo Sacramento, la Pia Associazione delle Madri Cristiane e il Comitato Parrocchiale.

Ma non fu tutto immediato. Nel 1854 accadde infatti che, nel corso di una riunione con alcune collaboratrici dell’oratorio, parlò loro di sant’Angela Merici e della sua passione per l’educazione di bambine e ragazze, la fondatrice a Brescia della Compagnia di Sant’Orsola. Passò soltanto poco tempo e tre giovani, Fiorenza Quaranta, Anna Rubinelli e Maria Bollezzoli, gli parlarono, vollero organizzare una “scuola di carità” per le ragazze povere della parrocchia.

Sulle scuole di carità, capì che non doveva frenare il volere di Dio

In un primo momento, Don Zefirino cercò di scoraggiarle, in particolare a causa dei fondi economici di cui necessitavano e che lui non possedeva. Tuttavia invitò le tre giovani a pregare e lo fece lui stesso. In preghiera, capì che non doveva frenare il volere di Dio. Così il 23 ottobre 1856 il vescovo approvò il regolamento, scritto da don Zeffirino, della “Pia Unione delle Sorelle di Sant’Angela”.

Il 2 novembre successivo venne aperta la “scuola di carità”, e la prima scolara si chiamava proprio Angela, come la protettrice della Pia Unione. La compagnia venne eretta canonicamente il 21 giugno 1869, e da quel giorno le “Sorelle Devote di Sant’Angela” diventarono la Compagnia delle Orsoline di Maria Immacolata.

La raccomandazione ai parrocchiani che fu un testamento spirituale

Don Zefirino fu riconosciuto come fondatore e padre spirituale, e venne nominato direttore generale delle Orsoline della diocesi. La missione specifica delle Orsoline di Maria Immacolata era quella di aiutare le giovani a superare le difficoltà che si opponevano alla loro crescita umana e cristiana. Rispetto all’intuizione di sant’Angela, il Beato Zefirino il valore comunitario della testimonianza e della missione compiuta insieme.

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Don Zefirino le incoraggiava dicendo loro: “Ciascuna di voi, sposa di Gesù Cristo, ha per compagne altre spose di Cristo e perciò dovete stimarvi ed amarvi come sorelle… la carità fraterna deve essere il vincolo che vi unisce e il segnale che vi distingue”. Nonostante ciò  non trascurò mai l’opera del pastore di anime, e i suoi impegni maggiori furono la ormazione dei fedeli, la predicazione e la catechesi, in particolare con l’uso del dialetto.

Prima della sua morte, lasciò un’ultima raccomandazione ai suoi parrocchiani, quasi come testamento spirituale: “Amatevi a vicenda!”.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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