Oggi 26 agosto è la festa di una piccola grandissima Santa: Santa Mariam Baouardy, detta anche la piccola araba. Fu monaca dell’ordine dei Carmelitani Scalzi; nacque a Abellin, in Galilea, il 5 gennaio 1846 e morì a Betlemme il 26 agosto 1878. Ebbe una vita travagliata e fu pesantemente attaccata dal demonio, ma il Suo amore per Gesù testimoniato con vigore e umiltà fin sul letto di morte, vinse ogni male e ogni dolore.
Papa Francesco l’ha proclamata santa nell’ottobre 2016, in una piazza San Pietro gremita di carmelitani e cattolici provenienti dalla terra santa e da tutto il medio oriente.
Ecco il miracolo che ha permesso la sua canonizzazione.
Il miracolo accaduto grazie all’intercessione di Mariam è la guarigione di un neonato di Augusta (Siracusa), il piccolo Emanuele Lo Zito, figlio di Biagia e Luigi. Il bambino è nato il 17 aprile 2009, con taglio cesareo per ovviare al cordone ombelicale che si era avvolto attorno al collo e rischiava di soffocarlo. Poche ore dopo il parto, il piccolo portato alla mamma per la poppata, mostrava le manine e i piedini bluastri. Trasferito d’urgenza all’ospedale di Catania, le sue condizioni si mostrarono subito critiche. Alla diagnosi iniziale di ipertensione polmonare, seguì ben presto l’accertamento di un problema cardiaco.
Per i medici non c’era più speranza, ma niente è per caso.
I medici non lasciarono speranza al papà. Tornò a casa per prendere alcuni vestiti per il bambino. Per strada incontrò un amico, Luigi Ingaliso, devoto alla beata Mariam Baouardy, la carmelitana scalza di Betlemme. L’amico promise di pregare per il bambino e a sua volta tornò a casa per prendere una reliquia della beata, nella certezza della sua intercessione per la guarigione di Emanuele. Iniziò così una catena di preghiere per ottenere l’intercessione di Mariam, che ha coinvolto tutta la famiglia, la città di Augusta, gli amici, gli sconosciuti e persino i carmelitani di Terra Santa.
Diagnosi aggravata.
Intanto il piccolo fu trasferito all’ospedale «San Vincenzo» di Taormina ormai morente. Una diagnosi più accurata evidenziava una malformazione cardiaca congenita molto complessa: le vene polmonari non tornavano al cuore, ma confluivano nel sistema portale epatico. Urgente un intervento chirurgico ad altissimo rischio, soprattutto per un bambino di solo tre giorni, peraltro già agonizzante.
La fede della mamma.
Nel frattempo la mamma, raggiunto il figlio a Taormina, sentì di dover toccarne il corpicino con la reliquia della beata Mariam. Quello che seguì è un miracolo: i medici curanti non sono stati in grado di spiegare la rapidità della guarigione del piccolo, né la completa assenza di postumi. Questa guarigione improvvisa e totale è stata attribuita, senza ombra di dubbio, all’intercessione della beata Mariam di Gesù Crocifisso.
Shamaysan
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