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Preghiere

Bellissima Preghiera ti ho trovato in tanti posti SIGNORE

 

Il Vangelo ci invita e ci ri-invita a scorgere il volto di Cristo dappertutto nel mondo.
Non ci pone limiti nel provare a sentire amore per il prossimo, mai ci limita, ne verso coloro che professano un altro Credo, ne verso coloro che non hanno mai conosciuto Cristo.
La verità è che il volto di Cristo, che rappresenta per eccellenza il prossimo verso cui dovremmo tendere la mano, è nascosto soprattutto nelle persone a cui nessuno pensa, in quelle più mortificate dal dolore e dalle prove della vita.
Tra le lacrime della gente, tra le tragedie familiari e personali, tra le penitenze esistenziali e i silenzi di chi non osa nemmeno chiedere aiuto, troviamo la nostra reale missione: sostenere l’altro, incoraggiarlo, offrire la nostra vicinanza e, insieme alle nostre preghiere, i nostri patimenti, perché diventino grazie da distribuire, nelle mani del Signore che trasforma il pianto in sorriso.
Ricordandoci che è stata la croce di Cristo a salvarci, rimaniamo saldi nella fede che ci dice che ogni nostra sofferenza, come quella degli altri, è immagine di quella croce che ha torturato e ucciso il nostro Dio-uomo, ma gli ha anche permesso di vincere la morte eterna e le tenebre, cui eravamo tutti destinati.
Ecco una preghiera-riflessione di Madre Teresa di Calcutta, che realmente ha passato la sua esistenza in mezzo ai poveri e ai disperati.
Ti ho trovato in tanti posti, Signore.
Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi, nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell’unità di cuore e di mente di un’assemblea di persone che ti amano.
Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo, ma sempre ti trovo nella sofferenza degli altri.
Ti ho visto nella sublime accettazione e nell’impiegabile gioia di coloro la cui vita è tormentata dal dolore, ma non sono riuscita a trovarti nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri.
Nella mia fatica ho lasciato passare inutilmente il dramma Della tua Passione redentrice,
e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata dal grigiore della mia autocommiserazione.
Signore io credo, ma aiuta la mia fede.

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