Benedetto XVI, sorprendenti parole sulle sue dimissioni: “Il Papa è uno solo”

A otto anni esatti dalla fine del suo pontificato, Joseph Ratzinger torna a parlare della sua rinuncia. Una scelta “sofferta”, di cui, però, non si è mai pentito, nemmeno per un momento.

Lo ha confidato lo stesso papa emerito in una breve intervista rilasciata al Corriere della Sera. Il commentatore del quotidiano di via Solferino, Massimo Franco, è andato a trovare Benedetto XVI, assieme al direttore Lucio Fontana.

«Nessun complotto dietro la mia rinuncia»

«Non ci sono due Papi. Il Papa è uno solo…», sono queste, le prime dichiarazioni rilasciate ai due giornalisti “con un filo di voce, sforzandosi di scandire bene ogni parola”. Nel corso della conversazione, Benedetto XVI, 94 anni tra un mese e mezzo, parla senza soluzione di continuità, di vari altri temi attuali, con la prudenza che l’ha sempre contraddistinto ma senza falsi pudori.

Il direttore Fontana mostra al papa emerito una cartellina con due caricature che lo ritraggono, realizzate dal vignettista Emilio Giannelli. Alla vista della prima, Benedetto XVI sorride sobriamente, alla seconda, ride di gusto: «Giannelli è una persona spiritosa», commenta “con aplomb papale e bavarese”.

Franco descrive poi il Monastero Mater Ecclesiae, in cui Ratingzer è andato a vivere pochi mesi dopo la sua rinuncia al ministero petrino. L’edificio “compare all’improvviso dopo un tornante nella parte più alta e inaccessibile della Città del Vaticano. È protetto da un cancello elettrico, oltre il quale regna un silenzio irreale”.

Il giornalista poi commenta: “La sua precisazione sull’unicità del Papato è scontata per lui ma non per alcuni settori del cattolicesimo conservatore più irriducibile nell’ostilità a Francesco”. E osserva il linguaggio non verbale del papa emerito: “Ribadisce che «il Papa è uno solo», battendo debolmente il palmo della mano sul bracciolo: come se volesse dare alle parole la forza di un’affermazione definitiva”.

A distanza di otto anni da quel sorprendente e drammatico 11 febbraio 2013, Benedetto XVI ribadisce: «È stata una decisione difficile. Ma l’ho presa in piena coscienza, e credo di avere fatto bene. Alcuni miei amici un po’ “fanatici” sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta». Ratzinger accenna quindi alle «teorie cospirative» che hanno seguito la sua rinuncia: «Chi ha detto che è stato per colpa dello scandalo di Vatileaks, chi di un complotto della lobby gay, chi del caso del teologo conservatore lefebvriano Richard Williamson. Non vogliono credere a una scelta compiuta consapevolmente. Ma la mia coscienza è a posto».

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«Draghi? Speriamo risolva questa crisi…»

Il papa emerito parla con fatica, “le frasi escono col contagocce, la voce è un soffio, va e viene”. Intanto monsignor Georg Gainswein in alcuni rari passaggi ripete e «traduce», mentre Benedetto annuisce in segno di approvazione. La mente rimane lucida – scrive Massimo Franco – rapida come gli occhi, attenti e vivaci. I capelli bianchi sono leggermente lunghi, sotto lo zucchetto papale candido come la veste. Dalle maniche spuntano due polsi magrissimi che sottolineano un’immagine di grande fragilità fisica”.

Non mancano riferimenti all’attualità politica. Di Mario Draghi, dice: «Speriamo che riesca a risolvere la crisi. È un uomo molto stimato anche in Germania». Si fa il nome dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che Ratzinger, conosce poco, quindi la sua mente va subito al suo predecessore, Giorgio Napolitano. «Come sta?», chiede.

La conversazione si sposta poi sulla pandemia. Franco accenna ai vaccini che, un po’ ovunque, arrivano a rilento, mentre il Vaticano, da questo punto di vista, “viene osservato con una punta di invidia in Italia e in gran parte dell’Europa”. Ratzinger ha ricevuto sia la prima dose che la seconda, così “come a monsignor Gainswein e a gran parte degli abitanti della Città del Vaticano”, compreso papa Francesco. Si parla del cardinale Gualtiero Bassetti, che con il Covid ha rischiato grosso. «L’ho appena rivisto e mi ha detto che ora sta molto meglio. L’ho trovato bene».

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«Prego per il viaggio di Francesco in Iraq»

Quanto all’imminente visita di Francesco in Iraq, Ratzinger afferma: «Credo che sia un viaggio molto importante. Purtroppo, cade in un momento molto difficile che lo rende anche un viaggio pericoloso: per ragioni di sicurezza e per il Covid. E poi c’è la situazione irachena instabile. Accompagnerò Francesco con la mia preghiera».

A conclusione della visita, il papa emerito ha consegnato in omaggio ai giornalisti “una medaglia commemorativa e un segnalibro con la sua foto benedicente”: quasi “un ricordo nostalgico non solo del suo pontificato ma del mondo prima del Covid 19”, commenta in conclusione Massimo Franco.

Luca Marcolivio

 

 

 

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