La terza serata del Festival ha visto ospite Roberto Benigni. Il premio Oscar ha portato sul prestigioso palco “la più bella canzone del mondo”, il Cantico dei Cantici.
Roberto Benigni aveva calcato per l’ultima volta il palco di Sanremo nove anni fa, quando, presentandosi in sella a un cavallo bianco, celebrò i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’attore, vincitore del premio Oscar nel 1999 con La vita è bella, ha ancora una volta spiazzato il pubblico, annunciando di cantare “la più bella canzone del mondo”, il Cantico dei Cantici. L’esegesi del testo biblico, è, nelle parole dell’attore, un inno all’amore, un infinito messo alla portata di noi uomini.
Il celebre attore ha voluto, a suo modo, presentare l’esegesi del Cantico come la prima e più bella canzone che sia stata mai scritta nella storia dell’umanità; una canzone che tuttavia il Festival non aveva mai presentato. Il Cantico dei Cantici, che per l’appunto in inglese si traduce “The Song of Songs” parla di amore e Benigni ha voluto omaggiare questo bellissimo testo rendendo partecipe il pubblico sanremese, nonché di tutta Italia.
Presentandola dunque come “canzone”, Benigni ha tenuto a precisare che “non c’è canzone più ardente. È come avere Imagine o Yesterday dei Beatles e nessuno l’hai mai fatta in tv”. Ma l’attore parla di amore fisico: “Il testo del Cantico è una canzone d’amore, parla d’amore fisico di due ragazzi che cantano ognuno l’amore per l’altro”.
“La vetta della poesia di tutti i tempi”, così Benigni ha definito il testo del Cantico. Per dare un’idea di quanto importante sia il dono del Cantico a noi uomini, l’attore cita le parole del rabbino Akiva (50 – 135 d.C.): “Tutto il mondo, il mondo intero e tutta la storia del mondo non vale il giorno in cui il Cantico è stato donato all’umanità”. Questo smisurato elogio ci dà la misura del dono che ci è stato fatto.
Questo amore infinito, messo alla portata di noi uomini, ci dà anche l’idea del perché siamo al mondo: per amore. Il Cantico dei Cantici, come spiegato dall’attore toscano, è una storia d’amore, la più bella mai scritta nelle pagine della storia dell’umanità: “Con l’amore scopriamo finalmente una cosa: l’amore non è un mistero, ma è il luogo in cui il mistero si dissolve: questo è il Cantico dei Cantici”.
È doveroso però prendere le distanze da una chiave di lettura diversa da quella dell’amore narrato dal Cantico dei Cantici. Le parole dell’attore lasciano trapelare una lettura molto distante dal Sacro vincolo dell’amore spirituale, riportato dalla Sacra Scrittura. Come ha fatto notare anche Franco Bechis, direttore de Il Tempo, non bisogna strumentalizzare e far proprio quanto di Sacro vi è scritto: “il Cantico dei Cantici non è quella cosa li”. Il Cantico non parla di sesso, ma di amore.
Fabio Amicosante
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