Santa Bernadette Soubirous la Testimone della Vergine di Lourdes disse: «se la Santa Vergine mi ha scelto, è perché sono la più ignorante!» Lourdes è il santuario degli ammalati, di chi ha subito un male indicibile, che alla fine ha spesso preso il sopravvento sul fisico ma non sullo spirito. Impossibile calcolare quanti, nel corso di questi 160 anni (tanto è passato dalle apparizioni), si sono recati dalla “bianca Signora dei Pirenei” per chiedere una guarigione, una grazia o semplicemente per esprimere riconoscenza per l’aiuto ricevuto. Gli archivi del santuario, anche se ben forniti, possono aiutare fino ad un certo punto: si pensa che il totale dei pellegrini recatisi a Lourdes giunga a ben 700 milioni di persone: attualmente parliamo di diversi milioni all’anno (circa 5), che pongono questo luogo come il terzo santuario cristiano più visitato al mondo dopo san Pietro e Guadalupe. Questo posto però si è quasi da subito specializzato nell’accoglienza materiale e soprattutto spirituale degli ammalati, specie quelli colpiti da patologie particolarmente gravi. C’è un legame tra questi pellegrini che vanno a Lourdes e Bernadette: infatti, se Lourdes è il santuario dei malati, anche colei che vide con i suoi occhi “l’Immacolata Concezione” lo era. E lo è stata praticamente per tutta la vita: prima perseguitata dall’asma bronchiale (guarita poi proprio grazie all’uso dell’acqua miracolosa), venne poi colpita dalla tubercolosi ossea che la porterà alla morte a soli 35 anni nel 1879. Una vita breve e carica di sofferenze, a conferma che “Quem enim diligit Dominus castigat” (Eb 12,6).
Una situazione di profonda difficoltà che parte da lontano. La famiglia di Bernadette, tanto per cominciare: a causa della crisi economica del periodo e di discutibili scelte personali, il padre si ritrova dal poter gestire un mulino e vivere in agiatezza al tirare avanti di espedienti e lavoretti occasionali, tanto che un anno prima delle apparizioni venne persino arrestato per furto (poi fu scagionato). Inoltre su di lui e sulla madre di Bernadette le ricerche di Réné Laurentin, massimo storico di Lourdes, fanno venire più di un sospetto di una certa propensione all’alcool. Quel che è certo è che i Soubirous erano con tutta probabilità la famiglia in maggiori difficoltà economiche della zona: non è un caso che, in mancanza d’altro, furono costretti ad andare a vivere nel “cachot”, uno stanzone buio e umido precedentemente adibito a prigione comunale e poi chiuso proprio per le indecenti condizioni igienico sanitarie. Tuttavia, quel che era inadatto per i galeotti non lo era per i Soubirous, che non potevano permettersi altro … proprio in questo tugurio, grazie a umidità, muffe e poca luce, la ragazza contrasse l’asma bronchiale. Inoltre Bernadette, che era la maggiore di una serie di fratelli e sorelle di cui solo tre poi raggiungeranno l’età adulta, era analfabeta e all’epoca delle apparizioni non aveva ancora finito il catechismo: dati questi affatto banali e non comuni in un’epoca dove l’alfabetizzazione, specie religiosa, era invece un elemento piuttosto diffuso. Si tratta di aspetti che, messi insieme, confermano le enormi difficoltà non solo economiche, ma per certi aspetti soprattutto sociali e culturali, in cui versava la sua famiglia: non a caso, a detta di tutti Bernadette dimostrava un’età inferiore ai suoi 14 anni.
Ma l’essere stata la protagonista delle apparizioni le avrà dato gloria e onori? Proprio no.
Bernadette in effetti si rese conto velocemente che quelle visioni da un punto di vista umano potevano crearle anche situazioni di profondo imbarazzo, come quando a seguito della apparizione del 25 marzo 1858 la ragazza uscì dalla grotta con il viso tutto sporco di fango per aver mangiato dell’erba (così come le era stato richiesto da Maria) fra gli sguardi allibiti e scandalizzati dei presenti… O peggio ancora quando venne minacciata di arresto dall’ispettore di polizia locale, il quale tramite pressanti interrogatori e domande a trabocchetto provò in tutti i modi ad estorcere contraddizioni ed eventuali bugie dalle confessioni della ragazza, ma senza esito. Ecco dunque che la ragazzina più emarginata del paese, abituata a guardare tutti umilmente dal basso verso l’altro, affronta con fermezza un funzionario di polizia che la minaccia di arresto. Evidentemente, doveva essere proprio sicura di ciò che aveva visto…
Dopo le apparizioni la ragazza fu oggetto di un interesse spasmodico da parte dei fedeli, che la attorniavano continuamente, tanto che nel 1862 si rese necessario doverla introdurre in una struttura religiosa dove maturò la sua vocazione spirituale. All’inizio Bernadette sembrava preferire un ordine contemplativo, tipo le Carmelitane, poi nel tempo valutò una scelta che in seguito la porterà a fianco dei deboli e degli ammalati, entrando come novizia nell’ordine delle suore della Carità. Infatti, una volta giunta a Nevers nel 1866 (per non tornare mai più a Lourdes) passò molto del suo tempo come assistente nell’infermeria. Le consorelle rimasero sempre ammirate dalla sua grande sobrietà e semplicità: la donna i cui occhi avevano visto “l’Immacolata Concezione”, la protagonista di una delle esperienze mistiche più straordinarie e importanti nella storia del Cristianesimo, era lì come una di loro come se niente fosse, e resta nella memoria il suo infaticabile impegno fra i feriti di guerra nel corso del terrificante conflitto franco prussiano del 1870-1871 che vide la Francia soccombere con centinaia di migliaia di morti. Malata fra gli ammalati, a prendersi cura di loro nonostante tutto: mai un lamento o un cedimento, a ricordare a noi e alle nostre paturnie che molto se non tutto ciò di cui ci lamentiamo spesso e volentieri non è nulla di così importante o grave.
Del resto, la Signora glielo aveva promesso fin da subito: «Non prometto di rendervi felice in questa vita, ma nell’altra» erano state alcune fra le prime parole che la ragazza aveva udito nella grotta.
Alessandro Laudadio
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