Quale mistero più grande se non quello della sofferenza? Ecco come la Bibbia ci aiuta a trovarne il senso.
Perché la sofferenza? In particolare in questo periodo, il mondo sta vivendo un momento di oscurità, e ci si chiede il perché. In situazioni come queste, ci si guarda intorno e ci sembra di non trovare un appiglio per essere tratti in salvo.
A questo mistero cui non è facile dare risposta, la Bibbia ci spiega di come la sofferenza non sia una condanna di Dio, che mai condanna. Ci dice come anzi spesso sia un momento, seppure nella gravosità del dolore, di crescita interiore e di salvezza. In che senso?
Guardando ciò alla luce della Passione di Gesù, sofferta per noi, e della sua Risurrezione, che ha sancito la speranza per tutti della gioia eterna e della sua vittoria sul dolore e sulla morte.
Ecco come questa lettura potrà guidarci e aiutarci ad esplorare il mistero fitto del dolore, scoprendone un “valore” nuovo.
(Sir 2, 1-11) Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante , non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui.
Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso.
Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato?
Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione.
(Gb 36,15) Ma Dio libera il povero mediante l’afflizione, e con la sofferenza gli apre l’orecchio.
(1Pt 2,20) Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
(Gv 16,2-22) La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
(Gc 5,13) Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia, canti inni di lode.
(Is 53, 4) Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
(Lc 24,26) Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?
(Rm 8,18) Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.
(2Cor 1,5) Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
(Col 1,24) Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
(Eb 2,10) Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
(1Pt 4,13) Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
(Ap 7, 14-17) “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”
(Ap 21, 3-4) “Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate”
Rallegriamoci quindi, per quanto ci è possibile, nella prospettiva nuova che ci offre Dio: quella che tutto ha un senso ai cuoi occhi e che, anche se non lo comprendiamo, un giorno guarderemo con occhi nuovi al nostro dolore, come un ricordo lontano, che non ci ha annientato, perché Dio è sempre stato lì con noi. Pensando che quella che ci dà Gesù è una gioia eterna, quella di cui dice: “nessuno potrà togliervi la vostra gioia”.
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