Nel momento in cui in Vaticano si teneva l’incontro tra il presidente americano e Papa Francesco, accadeva un fatto disumano col suo assenso, che stride totalmente col Vangelo.
Tutta l’attenzione era infatti rivolta alla loro stretta di mano e alle parole pronunciate o meno dal Pontefice sulla Comunione per Biden, ma sullo sfondo ci sono questioni tragiche che non si limitano solo all’aborto, al gender o alla guerra.
Negli Stati Uniti, infatti, e nello specifico nella camera della morte del penitenziario dello Stato dell’Oklahoma, stavano tragicamente risuonando le ultime parole e le urla di un condannato a morte di nome John Marion Grant. Il boia, infatti, stava per iniettare nelle sue vene il cocktail letale di farmaci che gli avrebbe tolto la vita di lì a poco.
Chi era l’uomo giustiziato negli Stati Uniti
Grant era un afroamericano di 60 anni, morto dopo venti minuti circa di una dolosoa agonia, tra convulsioni e vomito. Una vicenda truce e drammatico che ha ben poco a che fare con la pietà e la carità cristiana, che riguarda la pena di morte ancora attiva in diversi Stati americani.
Papa Francesco infatti più volte si è speso con grande forza per lo stop alla pena di morte in tutto il Pianeta, ma evidentemente gli Stati Uniti guidati da Biden non hanno preso in considerazione le sue parole. Proprio come accade ogni giorno con l’aborto, con l’eutanasia, con l’utero in affitto e con molti altri temi che riguardano la vita e la coscienza morale dei cristiani, sui quali per chi ha fede in Gesù non è in alcun modo possibile transigere.
Come su altri argomenti, infatti, anche in questo caso Biden aveva promesso, durante la campagna elettorale, di abolire la pena di morte nelle carceri federali. Cosa che però effettivamente non è ancora accaduta, e le autorità dei vari Stati federali continuano ad emettere sentenze di morte, non prendendo nemmeno in considerazione la possibilità di una giustizia riparativa e di una “redenzione” terrena per coloro che si sono macchiati dei peggiori crimini.
Come è avvenuta l’uccisione proprio mentre Biden incontrava il Papa
Questa uccisione avviene con il farmaco Midazolam, che viene iniettato sul condannato per fargli perdere coscienza. Dopodiché, quello che accade è talmente atroce, violento e disumano che si preferirebbe certo non doverne ancora oggi parlarne, in quella società all’alba del terzo millennio che si reputa così evoluta ma che continua invece, imperterrita, a perpetrare pratiche barbare e disumane come questa.
Il protocollo, infatti, oltre al primo farmaco ne prevede anche altri due che servono prima a fermare l’apparato respiratorio e poi il cuore. Tra le lacrime dei familiari, dei conoscenti, e probabilmente anche delle stesse guardie carcerarie. Forse persino del boia. Grant infatti, l’uomo che ha perso la propria vita per decisione dello Stato americano mentre il presidente Biden stringeva mani a destra e a sinistra in Italia, a favore di telecamere, tra cui anche la mano di Papa Francesco, si era ravveduto, aveva ammesso i suoi errori, si era pentito e aveva chiesto perdono.
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Mentre in questi anno non aveva ricevuto alcun tipo di assistenza psicologica o di cure per la sua salute mentale, come magari gli sarebbe spettato. Sarebbe perciò questa la carità cristiana? Una domanda che, tra le centinaia di macchine blindate che hanno accompagnato l’arrivo di Biden a Roma, suona più pesante che mai.