Il neo-presidente degli Usa si professa cattolico, ma la sua decisione non è affatto in linea con il pensiero della Chiesa.
I vescovi americani sono molto preoccupati per quanto sta accadendo in seguito all’elezione del nuovo presidente statunitense. Biden infatti subito dopo l’inizio del suo mandato si è subito premurato di firmare i primi 17 decreti della sua amministrazione, marcando un netto cambio di passo rispetto al suo predecessore Donald Trump. Tra questi, però, ce ne sono alcuni in particolare che vedono i vescovi americani molto preoccupati.
In particolare, il decreto finito nell’occhio del ciclone è quello che sulla carta punta ad impedire “ogni discriminazione sul posto di lavoro sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere“. Il testo ha fatto sobbalzare l’episcopato statunitense, già essenzialmente diviso nell’approccio al nuovo presidente americano.
Una componente per molti nettamente maggioritaria dei vescovi americani vede infatti il nuovo presidente come un pericolo per la difesa della vita e per molti aspetti che riguardano temi etici fortemente delicati, come utero in affitto, matrimoni gay, ideologia lgbt, senza contare aborto e eutanasia.
Molti conoscevano l’orientamento del nuovo presidente Usa, che ha già rivestito il ruolo di vice durante l’amministrazione Obama, sui temi etici più importanti per i valori cristiani. Il problema è che nonostante Biden si professi cattolico, le sue posizioni vanno in tutt’altra direzione.
I segnali che Biden ha dato fin da subito sono quindi molto chiari per il suo elettorato, ma di certo ben contrastanti per chi ha fede in Cristo. Tra i pronunciamenti su clima e migranti, infatti, spunta anche l’autorizzazione ai trans a servire nell’esercito statunitense, che era stata invece vietata dal presidente Trump.
Al netto però della questione specifica, i vescovi hanno messo in guardia dal fatto che la formulazione del decreto porta a negare l’identità sessuata dell’uomo e della donna. Una decisione quindi inaccettabile, che presta il fianco a quell’ideologia gender che per Papa Francesco è “un passo indietro dell’umanità“, che “va contro il progetto di Dio”, una “colonizzazione ideologica” che ricorda le “dittature del secolo scorso” e che rappresenta, infine, “una guerra mondiale contro il matrimonio”.
La conferenza dei Vescovi degli Stati Uniti ha quindi ricordato in un comunicato che “ogni persona ha diritto a un impiego remunerato, all’istruzione e all’accesso a servizi, al di là di discriminazioni e ingiustizie”. “Questo diritto deve essere protetto”, hanno specificato i vescovi.
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“Non per questo si deve ignorare l’integrità della creazione, da parte di Dio, di due sessi complementari, l’uomo e la donna“. Per i vescovi, in sostanza, il decreto di Biden “minaccia di violare i diritti delle persone che riconoscono la verità della differenza sessuale o che sostengono l’istituzione del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna”.
Tutto ciò, conclude la nota, “può dare luogo a dispositivi legali che, ad esempio, erodano i diritti della coscienza in materia di cure sanitarie o di attività e spazi dedicati a ciascun sesso”. Per questo è necessario che si alzi la voce.
Giovanni Bernardi
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