La vergognosa dichiarazione della Corte cela un dramma di proporzioni disumane che continua ad essere perpetrato oggi più che mai.
E dimostra la perversione della ragione umana che, quando distante dalla grazia e incline alla corruzione del peccato, genera mostri che fanno rabbrividire e chiedono giustizia di fronte al cielo.
Pippa Knight è una bimba orfana di padre e da due anni gravemente malata. Oggi vive in una condizione che viene descritta dai medici di “stato vegetativo”, che le hanno diagnosticato un’encefalopatia necrotizzante acuta, che la tiene attaccata al macchinario di supporto vitale. L’ospedale ha ottenuto dal tribunale l’autorizzazione a staccarla dal ventilatore che le consentiva di respirare.
I responsabili delle cure in sostanza hanno vinto la causa nella quale hanno chiesto di venire “sollevati” dal dover continuare a fornire assistenza alla piccola. Il giudice si è permesso di descrivere il caso come “straziante”.
La mamma Paula, di una forza d’animo straordinaria, oltre che di una profonda fede cristiana, è duramente contraria a questa decisione, ma non c’è stato nulla da fare. Non lascia quasi mai la bimba, ma le è sempre continuamente a fianco per quanto l’ospedale lo permetta.
Nel mentre la donna risiede in un alloggio fornito in beneficenza alla Ronald McDonald House, a Londra. Si tratta di una casa gratuita per le famiglie dei bambini in cura all’Evelina London Children’s Hospital, a pochi passi dall’ospedale. Oggi la bimba si trova quindi ad essere condannata a morte, ma per il tribunale tutto ciò sarebbe nel suo “interesse”.
La più antica organizzazione pro-vita del mondo, la Society for the Protection of Unborn Children, si è però offerta di sostenere le ingenti spese legali di un eventuale secondo appello, che potrebbero arrivare fino a 100.000 sterline. Oggi questa rappresenta la sua più grande speranza di salvezza.
“Tutte le vite sono sacre, e ci opponiamo all’aborto, al suicidio assistito e all’eutanasia in tutte le sue forme. Siamo stati profondamente commossi dalla situazione di Pippa e dalla situazione di Paula, mentre questa mamma coraggiosa fa tutto ciò che è umanamente possibile per proteggere sua figlia e darle le migliori cure possibili”, ha detto il capo dell’organizzazione.
“Sono devastata. Voglio che Pippa abbia tutte le possibilità di tornare a casa e stare con la sua famiglia”, sono le parole pronunciate dalla mamma Paula dopo la sentenza. La bimba è nata senza complicazioni nel 2015 ma si è ammalata 18 mesi dopo, soffrendo di numerose crisi. Da lì in poi, ha combattuto con virus che l’hanno lasciata con danni cerebrali. Gli ultimi due anni li ha passati ricoverata in ospedale.
“Non capisco perché l’ospedale e il tribunale non mi hanno concesso di scoprire se Pippa potrebbe tornare a casa per essere curata con tutta la sua famiglia intorno a lei, quando due medici indipendenti da ospedali rispettabili in Inghilterra hanno detto entrambi che pensavano che valesse la pena provare”, ha affermato la madre.
Mentre invece “la corte ha deciso che tutte le cure di Pippa dovrebbero essere ritirate in modo che lei muoia”. Questo è ciò che di tutta questa vicenda è veramente “straziante”, quanto profondamente ingiusto e vergognoso. Ora a Paula non resta che sperare nell’organizzazione.
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“Mi sento così privilegiata. E sono grata non solo per il sostegno finanziario ma per le loro preghiere per Pippa, la loro fede e umanità e per aver cercato di salvarla con le preghiere e l’amore. So che, come cristiana, sono una grande credente nella legge di Dio, e che è quella di preservare la vita e rispettare e curare ogni vita umana“, ha detto la donna.
“Ho una forte fede cristiana e sto mantenendo la mia fede in Dio. Hanno cercato di convincermi a spegnere il supporto vitale di Pippa. Ma lei è ancora lì e questa non è la volontà di Dio. L’avrebbe già presa se l’avesse voluta. Lei è incredibile“, ha continuato la mamma, di incrollabile fede cristiana.
“Pippa è sopravvissuta negli ultimi due anni, il che dimostra che vuole sopravvivere”, ha concluso la donna. “Prima che si ammalasse, le ho insegnato a pregare, ha unito le mani e ha detto: ‘Gesù’. Sto cercando di seguire la via di Gesù. A Dio sia la gloria. Sempre”.
Giovanni Bernardi
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