Andare a Messa senza poter prendere la comunione ha senso? La domanda potrebbe essere fine a se stessa, ma la risposta seppur chiara a tutti non è poi cosi ovvia. Rispondendo ad alcuni fedeli che si ponevano questo quesito, il reverendo Henry Vargas Holguin ricorda loro che Gesù, in quanto buon pastore e per via della sua infinita misericordia, non abbandona mai i suoi fedeli, nemmeno quando si allontanano. Questo atteggiamento di estrema pazienza e misericordia serve al fedele, accortosi della propria lontananza, di non sentirsi a disagio nei confronti di Dio e della propria fede e tornare sulla retta via.
Allo stesso modo il sacerdote ricorda che compito del fedele è quello di rimediare a questa distanza una volta che se n’è reso conto, pertanto aggiunge: “Il cristiano consapevole di essere lontano da Dio per qualsiasi circostanza è invitato, nel suo dolore interiore, a permettere in qualche modo che la luce divina, seppur tenue, illumini sempre più tutta la sua interiorità. Dio deve vedere che in mezzo al peccato si ha questa disposizione, questa apertura a Lui; è ciò che Dio spera quando, per bocca di Gesù, dice ‘Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli’ (Lc 12, 37); ciò che conta è voler essere sulla via della salvezza”.
Questo preambolo serve al sacerdote per fare capire ai fedeli che non possono confessarsi, che il loro stare lontani dalla celebrazione domenicale non può far altro che acuire la distanza che in quel momento c’è tra loro e Dio. Pertanto questi farebbero bene a sforzarsi di fare un passo verso la remissione dei peccati, come? Il sacerdote indica sette passi che possono servire allo scopo, eccoli:
1.- Recuperare e coltivare il senso di trascendenza, la dimensione religiosa, la sensibilità spirituale.
2.- Confessarsi quanto prima se è possibile.
3.- Recuperare la vita di preghiera con atteggiamento penitenziale e cuore umile e contrito: il Santo Rosario, la Messa domenicale facendo la Comunione spirituale, la Via Crucis…
4.- Con lo stesso atteggiamento penitenziale o di conversione fare e offrire nella preghiera buone azioni, opere di misericordia per gli altri, vivi o defunti. “Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pt 4, 7b-8). Bisogna ricordare che la preghiera per i defunti è un’opera di misericordia spirituale.
5.- Offrire a Dio la propria vita, i propri sacrifici e le proprie sofferenze.
6.- La lettura della Parola di Dio, della vita dei santi, del Catechismo…, per rafforzare la fede.
7.- Offrire qualche servizio nella Chiesa in collegamento con il parroco e la parrocchia.
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