Le proteste dei Black Lives Matter non sembrano aver sosta e, alla follia di abbattere le statue religiose, risponde la comunità cattolica americana, decisa a difenderle attraverso la preghiera.
I manifestanti americani hanno deciso ormai da tempo di prendere di mira le statue che, secondo il loro pensiero, rappresentano manifestazioni di superiorità razziale. Il folle annuncio di qualche giorno fa aveva preso di mira anche una statua raffigurante Gesù. La statua di San Junipero Serra, invece, è stata già abbattuta. La comunità cattolica di Saint Luis, nel Missouri, ha però deciso di difendere una delle statue in pericolo: quella di San Luigi, radunandosi, quotidianamente di fronte alla statua per recitare il Santo Rosario.
Vista la ricorrente minaccia nei confronti della statua del Santo Re di Francia, come riporta Aleteia, gruppi di cattolici della parrocchia locale hanno deciso di incontrarsi tutti i giorni, alle ore 18:30 per pregare il Santo Rosario ai piedi della Statua. Si tratta di una forma di devozione, ma allo stesso tempo di protezione nei confronti di una minaccia dichiarata. Il primo incontro è avvenuto qualche giorno fa. Se all’inizio il gruppo era formato da poche persone, col passare dei giorni, il cordone di protezione si è notevolmente ampliato.
A prender parte all’iniziativa si sono aggiunti anche i membri del Credo of Catholic Laity, un’organizzazione cattolica con sede a Saint Louis. L’associazione ha commentato le recenti scelte dei manifestanti BLM, attraverso le parole di uno dei suoi membri, Jane Petry. Quest’ultima ha sostenuto di essersi trovata davanti agli agitatori che volevano attaccare la statua del Santo Re, provocando i cattolici. Sabato scorso, 27 giugno, il Sacerdote della parrocchia, Padre Stephen Schumacher è stato ripreso mentre cercava di rivolgersi, pacificamente, alla folla. Le parole del Sacerdote hanno voluto spiegare ai manifestanti che “San Luigi fu un uomo che usò la sua regalità per fare il bene del proprio popolo”.
Da queste espressioni violente dei manifestanti emerge, con estrema chiarezza, come siano presenti dei movimenti radicali, anarchici, all’interno dei gruppi , che rischiano, in un certo senso, di far fallire, rendendola addirittura odiosa, una causa che di per sé “è giusta e buona”. Si pensi, ad esempio, ai di gruppi di streghe presenti alle manifestazioni. Diventa perciò necessario che questo tipo di movimento aggiusti il tiro allontanandosi dalle strumentalizzazioni e non cadendo in scelte e gesti folli, come quelli recentemente documentati.
Fabio Amicosante
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