Il famoso tenore racconta, ancora una volta, la sua fede in Dio, parla della Chiesa e prende una posizione chiara sull’aborto.
Lo ha fatto in una intervista intitolata “Fede, figli e famiglia”. È apparsa ieri, 5 luglio, sul ‘Corriere della Sera’, al quale già in passato aveva parlato della sua fede cristiana.
Non è la prima volta che Andrea Bocelli testimonia in pubblico la sua fede. In più occasioni ha raccontato di credere in Dio, di essere grato per il dono della vita, di non credere al caso o alla fatalità. Nel 2016 confessò al Corriere della Sera di credere «al cento per cento» nell’immortalità dell’anima. Anche sul maligno, che a suo dire sfrutta la sofferenza degli innocenti «per costringerci a dubitare dell’esistenza di Dio», Bocelli aveva detto cose non proprio gradite a un certo sentire che si vuole “illuminato” e al passo coi tempi. E certo in controtendenza rispetto alle star della musica pop, per non parlare delle stelline trap, rap, hip hop ecc. che raramente perdono occasione per veicolare contenuti di tutt’altra natura.
Dunque non stupisce leggere, una volta di più, le parole di un credente nella sua ultima intervista, rilasciata di nuovo al quotidiano di Via Solferino. E non le parole di un credente generico, che si ispira a una vaga idea di divinità, ma proprio quelle di un credente in Gesù Cristo, nella Chiesa. Capace anche di difendere a testa alta, senza toni esaltati ma con fermezza, posizioni scomode sui temi “politicamente scorretti” come quello dell’aborto, ritornato prepotentemente in auge dopo la storica sentenza della Corte Suprema americana.
A fornire l’occasione per una chiacchierata col Corriere l’appuntamento del 7 luglio che, dopo un giugno di concerti Oltreoceano, riporterà il cantante davanti al pubblico italiano, a inaugurare il festival «Parma Cittàdella Musica» al Parco Ducale. Ma non si parla solo di musica, di Bocelli come gloria italiana nel mondo, della sua famiglia, dei suoi figli.
Figli del caso? Nemmeno per sogno
Nella seconda parte dell’intervista il tenore tocca infatti anche temi quali la fede in Dio. «Nomina spesso Dio: la sua Fede è molto forte?» gli chiede l’intervistatrice Barbara Visentin. «Sempre di più» risponde Bocelli aggiungendo «Se uno si avventura in questo cammino, diventa un’esigenza quotidiana. Io sono molto razionale e scettico di natura. Proprio per questo ho Fede. La favola dell’ateo non mi convince, non ho mai potuto pensare di essere figlio del caso».
Alla domanda se ci sia qualche punto su cu non concorda con la Chiesa, l’artista risponde mostrando di conoscere alla perfezione la distinzione, cara a Maritain, tra la “persona” e il “personale” della Chiesa: «La Chiesa è fatta di uomini e gli uomini sono fallibili, ma anziché criticare mi preoccupo di vedere che cosa posso fare io di costruttivo per la Chiesa. Invece noto un accanimento oserei dire brutale».
Un Bocelli apologeta?
Qui Bocelli, osiamo dire, dismette le vesti dell’artista di fama internazionale per indossare quelle dell’apologeta: «Si parla dei preti pedofili, ma non si parla dei sacerdoti nelle missioni, delle persone che danno la vita nei luoghi poveri o pericolosi. Bisognerebbe prendere esempio dal calcio: lì si parla sempre dei più bravi».
Come del resto ha sempre fatto la Chiesa, indicando ai fedeli e al mondo i santi come i veri, unici testimoni credibili del vangelo. Sono loro quelli “bravi” a cui fare riferimento. Bravi, i santi, perché fanno l’unica cosa sensata da fare: arrendersi all’amore sconfinato di Dio.
Controcorrente su aborto, libertà, vita
C’è poi la domanda sull’aborto, immancabile in questo momento, tanto più dopo che papa Francesco è tornato a ribadire, ai microfoni della Reuters, il parallelo tra l’aborto e l’affitto di un sicario per «eliminare un problema». Essere contro l’aborto, gli chiede l’intervistatrice, non vuol forse dire essere contro la libertà? «Non si pretenderà mica che la Chiesa approvi l’aborto?» risponde senza esitazioni Bocelli. Così come, spiega, «non si può neanche pretendere che una corte come quella Corte Suprema americana si esprima diversamente: fa il suo lavoro e va presa per quello che è: a volte piace, a volte non piace».
Quanto al legame tra vita e libertà, l’artista pisano specifica: «Io ho il culto della libertà, ma sono a favore della vita». Ma qui non si tratta solo di avere idee sulla moralità o meno dell’aborto. Qui c’è in gioco tutta la concretezza della propria storia personale. Bocelli torna infatti a ricordare la sua esperienza di vita: «A mia madre quando era incinta di me fu consigliato di abortire. I medici videro dei problemi durante la gravidanza e fu così consigliata. Il resto delle considerazioni, le lascio al lettore». Come ha detto il monaco del IV secolo Evagrio Pontico, «ad una teoria si può rispondere con un’altra teoria; ma chi può confutare una vita?».