A differenza delle altre regioni, in Alto Adige bar e ristoranti potranno restare aperti, rispettivamente, fino alle ore 20 e 22.
Ciò in virtù dello Statuto di Autonomia. Domenica scorsa infatti il governatore ha emesso un’ordinanza in cui, rifacendosi alla provinciale sul Covid-19 approvata nel maggio scorso, la provincia autonoma di Bolzano percorre una via tutta personale su come contrastare la seconda ondata della pandemia.
Ci si chiede quali saranno i risultati di questa decisione. Nel caso siano positivi, infatti, si tratterebbe di una sconfessione in piena regola di quanto stabilito a Roma, dal governo centrale, per l’intero Paese. Tra i mercatini di Natale e le feste tradizionali che proseguiranno per tutto il periodo dell’Avvento, nelle vallate altoatesine non esiste Dpcm del governo Conte.
O meglio, ufficialmente è stato reperito, ma con degli adattamenti ad hoc per la situazione locale specifica. Tra cui, la modifica degli orari di apertura degli esercizi pubblici. Un aggiustamento che potrà sembrare di poco conto, ma che basterà a salvare l’intera economia del territorio.
Per le scuole, ok con la didattica a distanza per gli istituti superiori, ma solamente al 50 per cento. Quanto basta per non isolare socialmente i ragazzi, ma senza nemmeno sottoporli a stress forzati in un periodo in cui andare a scuola significa doversi premunire di molte misure anti-contagio.
I cinema saranno aperti, come anche gli spettacoli e le manifestazioni, che si svolgeranno nei teatri e nelle sale da concerto anche se solamente fino ad un massimo di 200 persone. E tutti dovranno indossare la mascherina. Oltre a questi, la provincia autonoma ha decretato anche le norme sul punto più atteso e che ha lasciato settimane di forti tensioni.
Gli impianti di risalita saranno infatti aperti, ma potranno portare fino all’ottanta per cento della capienza consentita. Come accade per gli autobus. Girando per le città dell’area, i bar sono aperti anche se non ci sono clienti. La colpa, però, non è tanto del Coronavirus ma del vento gelido che, normalmente, soffia in queste terre.
Nei luoghi della movida, tuttavia, si fa attenzione, e i ragazzi si limitano a sedersi in maniera ordinata e composta fuori dai locali. “Per fortuna che qui in Alto Adige abbiamo una legge speciale che ci consente di tenere aperto qualche ora in più altrimenti per noi significherebbe andare incontro ad una chiusura non solo per due o tre mesi ma per sempre”, afferma il gestore di un bar intervistato dall’agenzia Agi.
Insomma, nonostante il numero di contagi ( non malati, si parla solo di positivi al tampone) anche tuttavia abbastanza alto (1.158 su un totale di 3.738 a livello provinciale) bastano poche precauzioni, e di buon senso, per riuscire a gestire una situazione che ancora non è troppo dura. E che tuttavia non desidera nemmeno diventarlo, tutelando le attività e il lavoro dei propri cittadini.
L’intento è quello di evitare di sprofondare nel caos sociale ed economico. Se l’esperimento riuscirà, per il governo sarà l’affossamento definitivo.
Giovanni Bernardi
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