Bruxelles sponsorizza l’utero in affitto. Un abominio agli occhi di Dio!

Nessuno sembrava volerne parlare, ma una dottoressa ed  europarlamentare, Simona Baldassarre, ci fa sapere cosa sta accadendo a Bruxelles.

utero
utero in affitto – photo web source

Si sta avviando un business di oltre 6 miliardi di dollari all’anno, senza alcuna considerazione per il valore inestimabile della vita che cresce, nel grembo materno.

Come comprare un bambino!

Non c’è alcuna considerazione nemmeno per colui che premette a questa vita di venire al mondo, ma solo il tornaconto egoistico di chi desidera un figlio ad ogni costo ed pronto a pagare per averlo. Dice la dottoressa, informandoci sui fatti: “In piena crisi Covid, fornitori e committenti si incontreranno online per discutere su dove comprare un bambino! Quali madri utilizzare, come rateizzare i pagamenti. E come perpetrare il reato di maternità surrogata nell’Ue”. 

Utero in affitto e bambini mercificati: il reato

La dottoressa Simona Baldassarre sottolinea che questo è un reato contro l’umanità e i suoi valori, un abominio e una prepotenza senza paragoni: “Nel 2020, si deve ancora assistere a eventi che sponsorizzano questa moderna forma di schiavitù; che permette di fare del neonato una merce e della donna un’incubatrice da usare? Ancor più imbarazzante è il silenzio generale delle istituzioni. La Commissione europea e il Governo italiano si limitano a tollerare che una tale violazione dei diritti umani avvenga a due passi dai confini Ue”.

Mancanza assoluta, dunque, di una presa di posizione da parte delle forze politiche che potrebbero contrastare questo scempio. Anche se in Italia tutto questo è illegale, chi impedirà, ora, agli italiani di usufruire all’estero di questo macabro servizio? Come ribadisce la dottoressa: le donne non sono incubatrici e i bambini non sono una merce”. Com’è possibile arriva a concepire per vendere il frutto del proprio grembo? Com’è possibile perpetuare questo delirio di onnipotenza, a discapito dei più piccoli e renderli merce di scambio?

Antonella Sanicanti

 

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