Ancora una giovanissima vittima di bullismo: aveva solo 15 anni e si è impiccato a causa degli insulti che riceveva sui social.
Andrea ha deciso di uccidersi a soli 15 anni. Era stato vittima di bullismo omofobo su Facebook. Il racconto della madre.
Bullismo a scuola: un altro suicidio
Andrea aveva 15 anni, era di Roma e viveva la sua vita da adolescente come tutti gli altri ragazzini della sua età. Ma, a causa del pensiero di qualche stupido, in classe e nella sua scuola gli era stata “affibbiata” un’etichetta: “il ragazzo dai pantaloni rosa“.
Il tutto è partito da Facebook, dove dal prendere in giro Andrea, si è passati addirittura alla creazione di una pagina apposita per insultarlo, anche attraverso le sue foto e con frasi molto ingiuriose.
Andrea: si suicida a 15 anni
La mamma di Andrea ha deciso di raccontare tutto e di dare testimonianza del periodo d’inferno che ha passato suo figlio, perché altre situazioni del genere non accadano mai più: “Ho 50 anni e sono la mamma di Andrea e Daniele, anzi sono solo la mamma di Daniele perché il mio primogenito si è suicidato a 15 anni nel 2012. Io non mi sarei mai potuta vergognare di mio figlio. Se Andrea fosse stato gay, in famiglia non sarebbe cambiato nulla”.
Il racconto della mamma: “Perché Andrea è stato vittima di bullismo”
Con la voce rotta dalla commozione, mamma Teresa continua il suo racconto: “Mio figlio ha deciso di togliersi la vita impiccandosi, legandosi una sciarpa al collo. Avrei voluto capire, gli avrei manifestato la mia vicinanza. Non lo avrei fatto sentire solo, lo avrei sostenuto. A voi ragazzi e ragazze che, ancora oggi purtroppo, subite atti di bullismo, vi chiedo: non rimanete nel buio, tirate fuori il disagio che avete nella pancia”.
Ma perché Andrea è arrivato a compere questo gesto estremo? Non si era mai confidato con nessuno o non aveva mai confidato a nessuno il suo disagio? “Io la mia idea me la sono fatta: Andrea non ne poteva più di essere preso in giro, additato e inquadrato all’interno di una veste in cui non si riconosceva. Era a conoscenza della pagina Facebook che lo derideva, ma per me conoscere è anche subire” – ha confidato mamma Teresa.
Il cordoglio
Le parole possono essere più taglienti delle spade, feriscono più di un’azione o di un atto. Ma, in questo caso, Andrea le ha subite entrambi. Il pensiero di persone stupide, retrograde, anche se solo ragazzini, hanno distrutto una vita, una vita di soli 15 anni. A che scopo? Per puro gioco, per pura sete di deridere qualcuno.
Preghiamo perché l’anima di Andrea sia accolta nel regno dei Cieli e perché il dolore di mamma Teresa possa essere, un giorno, placato dall’amore e dalla Misericordia di Dio.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: retenews24.net/thewam.net
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