C’è un cibo dolce e buono che rimanda all’episodio per cui questa Santa è più conosciuta e la omaggia insieme ad un’intera città.
Giovanissima ragazza martire dei primi secoli, sotto la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, la cui fama è giunta fino ad oggi.
Stiamo parlando di Sant’Agnese, le notizie circa la sua vita sono lacunose e incomplete, ma si sa che l’evento cruciale della sua vita fu il rifiuto che diede al figlio del prefetto di Roma che si era invaghito di lei. Lei però aveva fatto voto di castità e desiderava una vita religiosa.
Le fu imposto così di abiurare e consacrarsi tra le vestali della dea Vesta, ma lei piuttosto in alternativa preferì essere rinchiusa n un postribolo.
Lì si narra che avvennero conversioni per suo tramite, data la fede che trasmetteva. E quando un uomo riacquistò la vista dopo la sua preghiera di intercessione, Agnese fu accusata di magia condannata a morire sul rogo.
I festeggiamenti a L’Aquila e il dolce a lei dedicato
A L’Aquila Sant’Agnese è tradizionalmente molto festeggiata. In realtà i festeggiamenti che ruotano attorno al giorno della sua memoria liturgica, il 21 gennaio, non hanno un particolare carattere religioso e la festa è vissuta più come una solennità popolare laica.
A queste abitudini si è contrapposta la Confraternita dei Devoti di Sant’Agnese che mira a focalizzare l’attenzione sulla santa.
Esiste anche un dolce molto buono che viene preparato proprio per questa occasione: è la treccia aquilana dedicata a Sant’Agnese.
Questa treccia nasce esplicitamente per rendere omaggio a Sant’Agnese ed è presente in tutte le pasticcerie nei giorni intorno al 21 gennaio.
Più che un dolce antico è la reinterpretazione di esso fatta in un periodo piuttosto recente. È stato ideato infatti nel 2004 con una ricetta creata dagli insegnanti e dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Leonardo Da Vinci”.
Si tratta di un lievitato che contiene al suo interno frutta secca a scelta. Un dolce dalla fattura classica che prende la forma di una treccia ed è guarnito in superficie da una semplice granella di zucchero e farina di mandorle.
Non si sa se la scelta di questo particolare tipo di forma sia in riferimento al legame di Sant’Agnese con i capelli, ma è molto singolare e lo fa pensare.
La treccia per Sant’Agnese patrona dei capelli
Sant’Agnese infatti è la patrona dei capelli e viene invocata per problemi di fragilità degli stessi o di calvizie, ma anche dei medici tricologi.
Il motivo risiede nel racconto leggendario secondo cui quando fu martirizzata e bruciata sul rogo, accusata di essere una strega, fu denudata. Improvvisamente, racconta la leggenda, i capelli le crebbero fino a coprirle tutto il corpo mentre le fiamme la arroventavano.
La ricetta della treccia aquilana di Sant’Agnese
Perfetto per il periodo invernale, questo dolce si pone a cavallo tra le feste natalizie concluse da qualche settimana e il Carnevale che ci sarà in seguito e ne esprime caratteristiche e sapori.
Gli aromi che caratterizzano questa treccia sono gli agrumi, ma anche l’estratto tipico abruzzese del laurum. Il ripieno è fatto a base di frutta secca mista, dai fichi alle castagne, alle nocciole e le mandorle.
INGREDIENTI
- 1 Kg di farina 0
- 200 g di burro
- 400 g di zucchero semolato
- 4 tuorli d’uovo
- 50 g di lievito di birra
- 600 g di frutta secca a piacere
- Latte q.b.
- Granella di zucchero q.b.
- Farina di mandorle q.b.
PROCEDIMENTO
Il primo passaggio da fare è sciogliere il lievito di birra in un po’ di latte tiepido e subito dopo unirlo ad 1/5 della farina e impastare.
Aggiungere poi la restante farina, il burro, i tuorli d’uovo e metà dello zucchero. Impastare a lungo, meglio se nella planetaria fino a quando l’impasto si presenterà liscio, omogeneo ed elastico.
Quindi metterlo a lievitare per 1 ora. Trascorso questo tempo riprenderlo e suddividere in forme ovali della grandezza per cui si vogliono realizzare le trecce.
Lasciarle lievitare ancora coperte con un canovaccio e poi dividere le porzioni in 3 parti e formare delle losanghe.
A parte bisogna macinare la frutta secca con l’altra metà di zucchero. A questo punto distribuire il ripieno di frutta secca in parti uguali sui pezzi di pasta.
Bagnare con un uovo e chiudere formando dei salsicciotti che devono avere uno spessore più grande al centro e meno verso l’esterno.
Intrecciare 3 salsicciotti per parte formando così le trecce. Spennellare con l’uovo leggermente sbattuto e mettere ancora a lievitare dopo averle disposte in una teglia rivestita con carta da forno.
Quando ha aumentato ulteriormente il volume, cospargere la superficie con granella di zucchero e un po’ di farina di mandorle.
Infine non rimane che cuocere in forno preriscaldato ventilato a 165° per 35 – 50 minuti in base alla grandezza delle trecce.