Oggi più che mai con i postumi della pandemia, sopraffatti dalle calamità naturali e basiti dalle guerre, solo questi valori possono guarire il mondo.
La vera giustizia è: “Non fare a nessuno ciò che non piace a te” (Tb 4, 15). Solidarietà, dono, condivisione, sono valori importanti sempre attuali.
Quaresima è il tempo giusto per riflettere sul vero senso dell’elemosina. Si tratta di una forma di pietà legalistica? O è la sintesi di una vita onesta, fatta di amore verso Dio e verso il prossimo?
C’è una bellissima pagina del Vangelo che tutti conosciamo: la moltiplicazione dei pani e dei pesci. È un fatto che riportano tutti gli evangelisti.
Farsi pane per i fratelli
Quando i discepoli si accorgono che è tardi, le persone sono troppe e hanno poco cibo, interpellano Gesù. Giovanni riporta che Gesù risponde: “Date loro voi stessi da mangiare”. Quanti spunti di riflessione. Innanzitutto, in quella grande folla ci siamo anche noi, come gente che ha fame di pane, di giustizia e di futuro.
Tre forme di fame che si possono ricondurre a una sola fame: quella di Dio.
Del resto quella gente era accorsa perché aveva fame di Dio, e non si era preoccupata di restare senza niente da mangiare. Ma Gesù si è guardato intorno, ha letto il loro bisogno di cibo e si è adoperato per loro, come lo fa anche oggi per noi, prendendosi cura di ciascuno di noi quotidianamente.
Ma Gesù in questo episodio non è solo, ha con sé i discepoli, e di loro si serve per far arrivare il miracolo alla moltitudine di persone lì presenti. Talvolta può accadere nella nostra vita di essere nel duplice ruolo di affamati, chiamati a sfamare. Forse anche i discepoli avevano fame, ma a loro Gesù dà il compito di farsi strumento di condivisione.
Ogni credente è affamato ma sa anche che tutto ciò che ha non è suo. È dono di Dio. Per sua natura ogni dono del Padre buono va condiviso. Quindi condividere con chi è nel bisogno per un credente è semplicemente naturale. Dio ci sfama e ci chiama a sfamare chi è a casa, a lavoro, o semplicemente incontriamo per strada.
Gesù trasforma il niente in tutto
5 pani d’orzo e due pesci. Gesù si serve di ciò che il ragazzo mette a disposizione che è niente rispetto alla folla, ma Lui ha la capacità di prendere quel niente e di trasformarlo in cibo per 5000 persone. 5 pani per 5000 persone. Allora pensiamo per un attimo che ciascuno di noi è uno di quei 5 pani.
Ogni pane dà da mangiare a 1000 persone, così Dio può fare di ciascuno di noi, se mettiamo a Sua disposizione il niente che siamo, Egli può trasformare in tutto il niente che siamo e usarci per dar da mangiare agli affamati.
Siamo in cammino quaresimale.
In quest’anno c’è tanta fame intorno a noi. Fame di speranza, fame di sogni, fame di luce, ma più di tutto fame di pace. Non esimiamoci da questa responsabilità. È il Signore che lo chiede. L’esortazione che può venire da questa bellissima pagina del vangelo è: apriamo i nostri cuori alla condivisione. Il Signore vuole servirsi di ognuno di noi per espandere la potenza della Resurrezione.