Su cosa si basa il dialogo di Papa Bergoglio col mondo e a quale figura si ispira l’attuale Pontefice alla guida della Chiesa?
Il dialogo di Jorge Mario Bergoglio con il mondo contemporaneo è fondato sulla Parola di Cristo e prende le sue mosse dal santo di riferimento dell’attuale Pontefice.
Stiamo parlando di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù a cui l’attuale Pontefice appartiene. I gesuiti, infatti, riconoscono da sempre la complessità civile ed etica del mondo in cui vivono, del periodo storico in cui sono inseriti e con la particolare lettura dello “spirito del tempo” che lo caratterizza. La missione dei gesuiti è sorretta dalla necessità di accompagnare l’andamento del mondo, per tutto ciò che riguarda le sue scelte e le sue valutazioni.
Lo ha spiegato con grande chiarezza a Interris.it il filosofo Massimo Cacciari, che ha approfondito la figura di Francesco, sfatando molti miti che vengono troppo spesso diffusi nei suoi confronti. Così ha messo in chiaro molti degli elementi che caratterizzano lo stile, sicuramente sorprendente e per alcuni “sui generis”, dell’attuale guida della Chiesa cattolica.
Il filosofo ha infatti spiegato che l’atteggiamento del Papa non corrisponde a cedere ai princìpi e ai comportamenti mondani. Ma che si tratta di “riconoscere la realtà e muoversi al suo interno per cambiarla”, spiega Cacciari, docente di Estetica all’Università di Venezia, già direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Accademia di Architettura di Lugano dal 1998 al 2005, fondatore insieme a don Luigi Verzè della Facoltà di Filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è stato il primo preside.
Cacciari, dal 2012 docente di Filosofia nello stesso Ateneo, è noto al grande pubblico per essere un volto televisivo. Le sue invettive contro la politica e la mancanza di riflessione e di pensiero da parte degli attuali politici sono ormai cifra iconica e simbolica della società contemporanea italiana.
Secondo Cacciari, Papa Francesco non ha alcuna intenzione di confondersi con il mondo, anzi. Il Papa gesuita si colloca nel mondo per influenzarlo dall’interno. “La linea di Jorge Bergoglio è chiaramente la stessa applicata sempre e ovunque dai Gesuiti. In Sud America, Cina, India. Nei secoli, questa strategia è stata politicamente avversata non solo dai reazionari”, ha spiegato il filosofo.
Una linea, se quindi così si può definire, che nella storia della Chiesa ha sempre ricevuto grandi opposizioni. Per Cacciari, questa conflittualità nel mondo cattolico verso posizioni come quelle della Compagnia di Gesù, oggi portata avanti dal primo “Papa nero” della storia, “è un dissidio fondamentale che non si potrà evolvere”.
Bergoglio, infatti, conosce e comprende la situazione del mondo contemporaneo. Per questo la sua intenzione è quella di entrarvi in un dialogo franco e duro, perché sa che oggi più che mai c’è bisogno di una voce cristiana che riporti la moralità e la fede in Cristo al centro della Storia. I gesuiti da sempre hanno usato questo metodo, spiega Cacciari. Collocarsi dentro il mondo, ma non essere del mondo.
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“Chi oggi non condivide la sua presa d’atto delle odierne trasformazioni etiche e comportamentali, accusa il Papa di cedimento, di resa al mondo moderno. Ma il modello di Francesco è la comprensione ignaziana della contemporaneità”, ha spiegato ancora Cacciari. “Non è tatticismo politico, come pensano i nemici interni di Bergoglio. Bensì viene dalla grande mistica umanistica. Sant’Ignazio si rapportava alla lezione di Erasmo da Rotterdam e venerava san Francesco. Jorge Mario Bergoglio non ha scelto il nome del santo di Assisi per arruffianarsi il moderno ecologismo”.
Per questo, “prima di attaccare Bergoglio bisognerebbe conoscere un po’ di storia”, conclude l’eminente filosofo. In sostanza, “il metodo seguito dal papa gesuita consiste nello sciogliere piano piano tutti i nodi, lentamente, in una prospettiva di millenni. La riforma della Chiesa terminerà solo con la fine dei tempi, alla conclusione della storia. Francesco fa muovere la Chiesa su questa prospettiva”.
Giovanni Bernardi
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