Il Sigillo Sacramentale è inviolabile per i sacerdoti?
Per la dottrina cattolica nessun sacerdote può rivelare quanto un penitente gli ha riferito in confessione.
Una proposta di legge depositata in California chiede la violazione del Sigillo Sacramentale in caso di sospetto abuso
Il vertice sulla protezione dei minori tenuto in Vaticano lo scorso weekend è terminato tra le polemiche di chi ritiene che non siano state prese decisioni incisive per contrastare il fenomeno abusi all’interno della Chiesa. In concomitanza con la fine dell’incontro tra vescovi e papa è uscita la notizia che il cardinale Pell, uno dei membri del C9 (consiglio dei cardinali voluto da papa Francesco), è stato condannato per abuso di minori in primo grado. E’ un periodo complicato per la Chiesa, costretta a difendersi dalle accuse esterne e dalle minacce interne che rendono le accuse ancora più destabilizzanti.
Intanto in California il senatore democratico Gerald A. Hill ha depositato un disegno di legge. Hill richiede che in caso di presunto abuso ai danni di bambini possa essere violato il segreto confessionale. Nello stato americano i sacerdoti, così come i professionisti legati da vincolo di riservatezza, sono obbligati a comunicare alle forze dell’ordine i propri sospetti su persone che potrebbero essere colpevoli di abuso su minore. I prelati sono, però, esentati qualora i sospetti o le confessioni di tali reati emergano da una confessione. Questo perché il segreto confessionale è riconosciuto come una libertà religiosa. Se la legge dovesse passare, tale libertà religiosa verrebbe a mancare. I sacerdoti sarebbero costretti a violare uno dei principi base della dottrina, il Sigillo Sacramentale.
La valenza del sigillo sacramentale nella dottrina cattolica
Per il senatore democratico si tratta di una questione razionale e legale. Il politico ritiene che non sia etico e legale proteggere qualcuno che ha commesso un reato. Soprattutto se questo reato riguarda la salvaguardia dei bambini. La conferenza episcopale californiana, però, la vede in modo differente. La proposta di legge viene vista solo come un attacco per privare la Chiesa di una libertà religiosa fondamentale. A sostenerlo è anche il legale del Catholic Legislative Network Steve Pehanich che a riguardo ha dichiarato: “Far entrare il governo nel confessionale non ha nulla a che fare con la protezione dei minori e ha molto a che fare con l’erosione dei diritti fondamentali e delle libertà che come americani abbiamo”.
L’opposizione della Chiesa ad una simile legge non è legata a finalità di contrasto alla giustizia tradizionale, bensì alla salvaguardia di un requisito fondamentale del sacramento della confessione. La dottrina prescrive che il sacerdote mantenga il segreto su quanto appreso attraverso confessione, pena la scomunica. Questo perché la fiducia tra il sacerdote ed il fedele rimanga intatta e perché la confessione è in realtà diretta all’assoluzione dei peccati commessi, dunque diretta a Dio di cui il sacerdote è tramite.
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Luca Scapatello