Cosa sta a simboleggiare la cenere imposta dal sacerdote sulla fronte dei fedeli nel Mercoledì delle Ceneri? E cosa cambia quest’anno a causa del Covid?
Il Mercoledì delle Ceneri sancisce l’inizio della Quaresima, i quaranta giorni che precedono la Pasqua e che ricordano gli stessi che Gesù passò nel deserto prima della Passione.
Nella celebrazione delle Sacre Ceneri, che sta a ricordare l’invito alla conversione, alla penitenza e a riflettere sul il mistero della morte, viene proclamata una formula tratta dal Vangelo di Marco, che accompagna l’imposizione sul capo delle Ceneri: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto: convertitevi e credete al Vangelo”. (Mc 1, 14-15).
Tali ceneri sono ottenute dalla combustione delle “palme”, i rami di ulivo benedetti nel giorno della Domenica delle Palme dell’anno precedente.
Quest’anno, l’emergenza sanitaria impedirà il normale svolgimento della celebrazione, per cui il sacerdote, dopo aver igienizzato le mani e indossato la mascherina, imporrà le ceneri senza recitare la consueta formula.
Piuttosto, riporta la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che il sacerdote, pronunciata la preghiera di benedizione delle ceneri e dopo averle asperse con l’acqua benedetta, senza nulla dire e rivolto ai presenti, dirà una volta sola per tutti la formula come nel Messale Romano: «Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: «Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai».
A questo punto, continua la nota della Congregazione, “impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto”, lasciandole “cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla”. Cambia quindi la modalità per via delle misure anti Covid, ma non il senso e il valore del gesto.
La formula “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”, ovvero: “Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai” compare nella Genesi quando Dio, dopo il peccato originale, caccia Adamo dal giardino dell’Eden lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte.
“Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!” (Genesi 3,19). Tale frase, dopo la riforma liturgica conseguente al Concilio Vaticano II, è stata mutata con la locuzione: “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15) che esprime, oltre ad un concetto di ravvedimento, la possibilità della conversione.
Se è vero infatti che la cenere è simbolo della penitenza e della brevità della vita, considerarne la fugacità dovrebbe farci crescere nel timor di Dio, che non è la paura di Lui, ma il bisogno di cercare il suo abbraccio, col cuore convertito grazie al suo amore che sconfigge la morte ed il peccato.
Elisa Pallotta
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