Una terribile strage di bambini per mano di un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nelle scuole elementari sparando contro i piccoli.
La terribile violenza è avvenuta sabato nelle aule dell’Istituto elementare Mother Francisca, della città di Kumba, in Camerun. Un atto brutale e terrificante che mette in luce ancora una volta la crisi in cui da quattro anni si trova il paese africano.
Sono almeno otto i bimbi che sono rimasti uccisi da questo terribile attentato. Almeno altri dodici sono sono rimasti feriti. La città di Kumba si trova nella regione anglofona del Camerun sud-occidentale.
La notizia è stata diffusa dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Camerun, con un comunicato che fa raggelare il sangue. Nel frattempo le autorità locali hanno voluto assicurare, attraverso una dichiarazione del prefetto del dipartimento Meme, Chamberlin Ntou’ou Ndong, che “i responsabili saranno catturati con qualsiasi mezzo”.
Tuttavia, il documento non specifica se gli aggressori siano membri dei gruppi separatisti che da tempo attaccano la stabilità politica e sociale dell’interna regione. Dal 2017 ormai il Paese è vittima di disordini e scontri, in particolare nell’area ovest.
Si tratta delle conseguenze di un aspro conflitto tra i separatisti anglofoni e la maggioranza francofona, che ha luogo nei due distretti occidentali. Gli scontri con le forze di sicurezza governative hanno ormai causato più di tremila vittime. Si parla inoltre di almeno settantamila persone fuggite dalle loro abitazioni.
Lo scontro si è inasprito però all’inizio dello scorso settembre, quando i militari dell’esercito hanno dato il via a un’operazione contro i separatisti nella regione del nord-ovest. In quella zona infatti si protesta contro decenni di discriminazione da parte della maggioranza francofona.
Nelle province nord-occidentali, infatti, la maggior parte della popolazione è legata alle tradizioni britanniche, e parla inglese. Per questa ragione alcuni commando di separatisti armati hanno dato il via a un duro conflitto contro i militari di Yaoundé nel 2017, dichiarando inoltre l’indipendenza della regione Ambazonia.
Fin da subito il Presidente del Camerun Biya ha descritto questi gruppi come “terroristi”. La situazione si fa così molto delicata anche per la ragione che poco distante da quell’area, lungo il confine nigeriano, si trovano numerosi villaggi camerunensi rasi al suolo dai gruppi fondamentalisti islamici di Boko Haram.
Boko Haram rappresenta infatti uno dei più feroci e sanguinosi gruppi terroristici di matrice islamica. Da anni ormai i terroristi sono infatti usciti dalla Nigeria e hanno cominciato a seminare terrore anche nei Paesi vicini, come Camerun, Niger e Ciad.
Si parla di almeno cento attacchi in Camerun solo nel 2019, che hanno provocato la morte di almeno un centinaio di civili. A causa della violenza dei terroristi di Boko Haram, oggi 270mial camerunensi sono sfollati, nelle strade, senza abitazione e in piena povertà. Per questa ragione i jihadisti, con le loro proposte di morte, riescono ad arruolare numerosi ragazzi in preda alla fame e alla disperazione.
Preghiamo per i popoli africani, e in particolare per i fratelli camerunensi, in preda alla disperazione, alla fame, alle rivolte e ai conflitti civili che generano solo morte e distruzione, e che piuttosto che costruire distruggono. Chiediamo che il Signore doni a questi popoli la grazia della pace e della riconciliazione fraterna che permette di godere dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo con pace e serenità, e nell’armonia reciproca.
Giovanni Bernardi
Fonte: Vatican News
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