Emanuele Masina racconta in una biografia come il viaggio lungo il cammino di Santiago gli abbia cambiato la vita e fatto incontrare Dio.
Dopo un’adolescenza passata all’insegna del divertimento facile e degli eccessi, il giovane ha trovato l’illuminazione durante il pellegrinaggio.
Emanuele Masina ha vissuto la propria adolescenza all’insegna della ribellione ed alla scoperta dei propri limiti. Questo lo ha condotto a sperimentare l’euforia da alcol, a sperimentare le percezioni distorte offerte dalla droga e scappare da una vita serena basata su principi sani. Ad un certo punto ha sperimentato un duro travaglio interiore e a percepire solo un grande vuoto. Così si è convinto ad affrontare un lungo viaggio alla ricerca di se stesso in cui avrebbe messo a dura prova il suo fisico, ma sopratutto avrebbe risolto le proprie contraddizioni.
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Quel viaggio era il Cammino di Santiago, percorso di 800 chilometri affrontato dai pellegrini ogni anno per giungere fino a Santiago di Compostela per fare visita alla tomba dell’apostolo Giacomo. Quel cammino (probabilmente suggerito dalla visione del film omonimo) si è rivelato un percorso illuminatore che lo ha condotto non solo a trovare sé stesso ma anche la fede. Emanuele adesso porta in giro per l’Italia la sua testimonianza e da oggi sarà possibile leggerla anche nel suo libro ‘800 km… per ritrovarmi’, edito da Edizioni Messaggero Padova.
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La conversione di Emanuele Masina: da giovane scapestrato a uomo di fede
Nel libro Emanuele parla della sua adolescenza e del suo rifiuto per regole e religioni che lo aveva condotto ad affrontare la vita con eccessi di qualsiasi tipo. L’autore spiega anche che quelle scelte erano dettate da una confusione interiore, dalla mancanza di un alleato invisibile che lo aiutasse a sopportare la vita di tutti i giorni e le scelte da compiere. Proprio durante il Cammino di Santiago il giovane ha preso consapevolezza della fragilità umana, della natura contorta e contraddittoria che connota ogni essere vivente:
“Ho scoperto la mia vera natura. Ho capito chi sono e cosa voglio dalla vita. Questi ottocento chilometri mi hanno aiutato a rivivere i mille errori commessi, verso i miei familiari, il mondo e tutta l’umanità intera per farmi vergognare di cosa ero diventato. Adesso ho acquisito una forza interiore così grande, che voglio condividere con tutti voi”.
Dopo quel viaggio la vita di Emanuele è totalmente cambiata, adesso fa l’operaio e conduce una vita semplice, senza eccessi, in cui ovviamente hanno trovato spazio la preghiera e la messa domenicale. Quelle scelte di vita che prima lo tormentavano adesso non sono più un problema, poiché le lascia alla provvidenza divina che, adesso ne è sicuro, lo porterà a prendere quella giusta.
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Luca Scapatello