Riaprire o non riaprire le scuole? Questo è il dilemma che si presenta fra la Regione Campania e i singoli Comuni.
L’ordinanza regionale prevede, da ieri, la riapertura di asili e prime elementari. Ma non tutti i sindaci sono d’accordo e, per il proprio territorio, ognuno decide per se.
Campania: il caos della riapertura scuole
La Regione Campania nel caos. Aprire o non aprire le scuole, sindaci che non seguono la linea dettata da De Luca e che decidono per se per i propri territori. La situazione è molto semplice: secondo l’ordinanza n°92 emanata lunedì sera, ieri 25 novembre hanno riaperto le scuole d’infanzia, gli asili e le classi prime della scuola elementare. Questo varrebbe per tutta la Regione. Almeno così sembra.
La decisione per la riapertura delle scuole è stata approvata anche dall’Unità di crisi della Regione che, al termine di una riunione avutasi lunedì sera, ha dato il suo assenso. Ma, come dicevamo prima, non tutti sono d’accordo. E qui scatta il paradosso.
La Regione dà l’ok, i sindaci invece chiudono
La Regione ordina la riapertura, ma è data facoltà ai sindaci, sulla base della curva epidemiologica nei loro singoli territori, di accettare tale riapertura per oggi, oppure attendere ancora e posticipare. “In Campania riaprono mercoledì 25 novembre asili nido, scuola dell’infanzia e prima elementare.
Si è deciso di ritornare in presenza per servizi educativi, scuole dell’infanzia, e la prima classe della primaria” – ha annunciato l’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini.
Ma come si torna a scuola? Insegnanti, bambini e i loro familiari, personale non docente dovranno sottoporsi allo screening con il tampone rapido e, così facendo, potranno tornare in classe. Un nuovo screening per isolare, prima di iniziare, nuovi eventuali focolai. Ma non tutti hanno accettato questo screening, visto che era su base volontaria.
Lo screening volontario per tornare a scuola
Solo 9.351 persone si sono sottoposte al tampone rapido e, di queste, sono risultate positive in 29 e solo 4 bambini. Questo ha permesso all’Unità di crisi della Regione di dare l’ok alla riapertura. E fin qui nulla di anormale.
Campania: i sindaci che chiudono le scuole fino a dicembre
Tutti i sindaci hanno accettato questa decisione? Assolutamente no. Si sono frastagliati, ognuno ha deciso per sé perché ne avevano la facoltà e la possibilità. C’è chi ha deciso di tenerle chiuse fino al 28 novembre (come i comuni di San Giorgio a Cremano e Portici); chi invece fino al 29 novembre (come i comuni di Pozzuoli, Pompei, Ottaviano); chi fino al 30 novembre (il caso del comune di Torre Annunziata).
Ma c’è anche chi ha protratto la chiusura al mese di dicembre, come il comune di Volla (che le ha chiuse fino al 3 dicembre), o come il comune di Pomigliano d’Arco (che le ha chiuse fino al 7 dicembre). La domanda allora sorge spontanea: ma quanti sono i comuni che hanno aperto le scuole oggi?
La scuola campana: i genitori in protesta per non riaprirle
Perché il paradosso non finisce qui. In tutto questo, ne è anche scaturita la protesta dei genitori, questa volta per non far riaprire le scuole, perché il numero dei contagi, nonostante la zona rossa per la Regione, sia ancora alto. Forse, gli stessi genitori che, quando il 13 ottobre, De Luca chiuse le scuole nel pieno della seconda ondata, protestavano invece per entrare a scuola.
Insomma: la situazione resta complessa ed ingarbugliata in Regione Campania. L’ultima, invece, arriva dal Governo Nazionale: possibile riapertura totale delle scuole il 9 dicembre. A chi credere adesso?
ROSALIA GIGLIANO