L’annuncio di un lockdown imminente per l’intera Regione Campania. Con queste parole, De Luca ha scatenato la protesta anche dei sindaci.
Alcuni sindaci dell’area Vesuviana, duramente colpita non solo dal Coronavirus, chiedono l’intervento del Governo circa la decisione del Governatore.
Area Vesuviana: i sindaci sul piede di guerra
Una scelta ed una decisione presa, sì, con dati alla mano; presa sì con il numero dei contagi che cresce in maniera esponenziale e che, a breve, potrebbe portare disagi e difficoltà agli stessi ospedali della Regione. Ma dall’altro lato ci sono loro, i sindaci, che iniziano a far sentire la loro voce davanti alla decisione di un altro lockdown annunciato dal Governatore De Luca.
Più che una lettera, è un vero e proprio grido d’allarme e d’aiuto che i sindaci di alcuni comuni dell’area Vesuviana, hanno deciso di scrivere ed indirizzare sia allo stesso De Luca, ma soprattutto al Premier Conte.
I comuni scrivono al Premier
Cercola, S. Giorgio a Cremano, Pollena Trocchia, Ercolano, Portici, Volla, S. Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Somma Vesuviana, Torre del Greco, Sant’Anastasia: sono questi i comuni che, per mano dei loro primi cittadini, hanno scritto al Governo. Una lettera di tutto punto senza usare mezzi termini: “Qui si può morire di Coronavirus, ma si può morire anche di fame”.
Una frase che non lascia nient’altro all’immaginazione. Territori sì, colpiti dall’avanzata del Covid, ma che non potrebbero sopportare un altro lockdown: “Chiediamo un piano socio – economico valido, che sia di supporto a tutte le famiglie che, in caso un altre chiusure, abbiano un degno sostegno economico” – scrivono i sindaci.
Il testo della lettera
Ecco il testo della lettera nello specifico:
“All’onorevole presidente del consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Al governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca
I sindaci di: Cercola, S. Giorgio a Cremano, Pollena Trocchia, Ercolano, Portici, Volla, S. Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Somma Vesuviana, Torre del Greco, Sant’Anastasia – comuni della città Metropolitana di Napoli.
Onorevoli Presidenti,
capiamo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto tutti gli organi competenti alle decisioni che hanno portato l’Italia e la Campania, alla situazione odierna. Esprimiamo gratitudine per il duro lavoro svolto, incuranti di stanchezze, orari e vite private. Gratitudine per i pericoli ai quali ogni giorno, e contro ogni interesse personale, tutti siete esposti, dal punto di vista della tutela e della salute: siete stati tutti un esempio validissimo di abnegazione e tenacia.
I sindaci: “I nostri cittadini sono stanchi”
Non neghiamo anche noi una certa stanchezza, dettata soprattutto dalla difficoltà gestionale delle numerose ordinanze che si susseguono velocissime da un lato e dai nostri cittadini che, disorientati, sono allo sbando totale dall’altro. Facciamo ogni giorno i conti con le pochissime forze che abbiamo a disposizione, risorse economiche esigue e ancora di più quelle umane, costrette, per la propria ed altrui sicurezza, a limitazioni enormi.
Andiamo avanti, come meglio possiamo, tuttavia, siamo costretti a chiedere misure urgenti per il sostengo alle nostre attività produttive e in modo particolare per il mondo del commercio e della ristorazione, già messo duramente alla prova con il precedente lockdown.
Non parliamo di numeri, ma di persone, di interi nuclei familiari costretti a scegliere se morire di Covid o di stenti, di polmonite virale o di fame. Siamo oltre la soglia del sacrificio, oltre la soglia del proverbiale pizzico sulla pancia: siamo all’emergenza. Signori Presidenti, siamo al collasso. La ricaduta sui settori economici è pesante, troppo, per fare in modo che le famiglie vadano avanti con serenità.
Siamo consapevoli che il dilagare così incontrollato dei contagi abbia richiesto misure drastiche, comprendiamo perfettamente che vadano stroncate, subito, tutte le occasioni in cui il virus “viaggia” indisturbato, allo stesso tempo chiediamo, pertanto con forza e a gran voce, un piano di aiuto socio-economico alle categorie maggiormente colpite.
“Abbiamo il dovere di tutelare i nostri cittadini”
Abbiamo il dovere morale e civico, come responsabili dei nostri cittadini, di combattere in prima linea per il loro benessere fisico, ma anche per il loro benessere economico e sociale. La solidarietà, che in ogni modo abbiamo espresso loro, non basta più. Dobbiamo agire. Non domani: oggi. Ora!
Le richieste dei nostri cittadini non devono e non possono più rimanere inascoltate. Attendiamo fiduciosi: se è vero che noi istituzioni dobbiamo poter contare sulla responsabilità di ogni nostro singolo cittadino, invogliando chiunque alle misure precauzionali ben conosciute, è pur vero che chi ci ha scelti, chi ci ha accordato la sua fiducia, deve poter contare sul nostro senso di responsabilità”.
Una lettera che chiede responsabilità prima di tutto e, poi, continuare a parlare di chiusure generalizzate.
Fonte: napolitoday.it
ROSALIA GIGLIANO