Campania, il Tar dà ragione a De Luca: le scuole rimangono chiuse

Il Tar della Campania ha rigettato il ricorso contro la decisione di De Luca di chiudere le scuole in tutta la regione.

Foto dal Web

I giudici ritengono che De Luca ha agito nell’interesse della salute pubblica.

Il Tar dà ragione a De Luca

La decisione del governatore campano Vincenzo De Luca  ha generato un putiferio. Questo ha infatti scelto per un mini lockdown, sospendendo anche le lezioni in presenza. La scelta preservativa del presidente ha infatti ricevuto le critiche del Ministro dell’Istruzione Azzolina. Alle quali in seguito si sono aggiunte quelle del premier Giuseppe Conte. Nemmeno i genitori hanno accettato in silenzio la chiusura degli istituti scolastici. Un gruppo di cittadini campani ha deciso di presentare ricorso al Tar contro la decisione di chiudere tutte le scuole.

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Il giudici però ritengono che il governatore della Campania, abbia preso una decisione nell’interesse della salute pubblica. Secondo loro, infatti, ci sono evidenze che dimostrano un incremento dei casi di contagio con la presenza giornaliera a scuola. Nella sentenza infatti si legge che la Regione ha: “esaurientemente documentato l’istruttoria sulla base della quale ha inteso emanare la gravosa misura sospensiva; dando conto, in particolare, quanto alla idoneità della misura adottata, della correlazione tra aumento dei casi di positività al Covid-19 e frequenza scolastica”.

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Nessun impedimento del diritto allo studio

Scuola
Classe scolastica (photo Pixabay)

Nella sentenza depositata quest’oggi si legge inoltre che la sospensione delle lezioni in presenza non lede altri diritti. In specie non viene leso il diritto allo studio, il quale viene garantito dalla possibilità di effettuare le lezioni a distanza. Ecco cosa scrive il Tar campano a riguardo: “la lamentata compromissione degli altri diritti involti non sembra affatto assoluta, in ragione della assicurata continuità delle attività scolastiche mediante la pur sempre consentita didattica digitale a distanza”.

Nemmeno il diritto al lavoro dei genitori viene leso dalla decisione della Regione riguardo l’emergenza Covid-19. Con il ricorso, infatti, non è stata dimostrata l’impossibilità dei genitori a “contemperare” l’attività lavorativa con l’assistenza familiare nei riguardi dei figli minori.

Luca Scapatello

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