Il Canada, terra in cui, da molto tempo, la cultura transgender sta avendo larga diffusione, la famiglia tradizionale viene minata in più modi e sradicata violentemente dal suo significato classico, l’unico possibile, in quanto a buon senso.
Il tutto viene, poi, accompagnato dall’approvazione di leggi, coniate ad hoc, e da giudici tanto permissivi da rasentare la trasgressione e da autorizzare la manipolazione delle regole biologiche del concepimento e della genitorialità.
“Questa relazione rappresenta un ambiente sicuro e stimolante” nel “migliore interesse del bambino”. Questo è quello che ha dichiarato un giudice, autorizzando tre genitori a firmare il certificato di nascita di un bambino, che, dunque, avrà, una mamma e due papà.
In questo caso, la cultura transgender c’entra solo di striscio, poiché non si parla né di adozione, né di madre surrogata o di inseminazione artificiale. La donna in questione, semplicemente, ha deciso di vivere con due uomini: trattasi di poliamore!
Questo è uno stile di vita che potrebbe essere assimilabile alla poligamia, ma senza un vincolo matrimoniale, dunque, non perseguibile per legge.
In parole povere, chi pratica il poliamore ha più relazioni intime aperte, in cui tutti i partner sanno degli altri.
Tutti e tre questi genitori si era presentati in tribunale, proprio perché, sul certificato di nascita del bambino, volevano essere tutti e tre presenti.
Il giudice ha ritenuto che fosse giusto e sano per il bambino e, dunque, quella simil famiglia non andava destabilizzata o obbligata alla scelta di un solo padre.
A quanto pare, è stata ampiamente superata la questione del test del paternità, oggi giorno.
Nessuno sembra rendersi conto che, in questo modo, si nega al bambino la possibilità di conoscere la vera identità del padre biologico.
Del resto, solo nel 2007, la Corte d’Appello del Canada aveva già concesso che un certificato di nascita fosse firmato da una coppia di lesbiche e un padre biologico.
Antonella Sanicanti