Ognuna delle quattro candele della corona di Avvento, racchiude un significato diverso. Scopriamo quello della terza candela.
Durante la terza domenica di Avvento abbiamo acceso la candela detta “dei Pastori”.
Il colore rosa che la contraddistingue, che è anche il mio colore preferito, trasmette la gioia per la nascita del Salvatore che è ormai prossima. Difatti tale domenica si chiama Gaudete.
Se mi guardo attorno di gioia ne vedo davvero poca. Le notizie che sgorgano dai social media sono un fiume in piena di drammi, sofferenze, preoccupazioni, litigi, divisioni, confusione, instabilità che inondano ogni ambito: politico, sociale, lavorativo, familiare.
Tutto appare precario, in bilico. E’ l’ineluttabile conseguenza di un mondo che sottostà alla cultura del relativismo, secondo cui nulla è certo e definitivo, e ci lascia in preda al nostro io e ai nostri desideri. E sempre più soli, isolati, e vulnerabili.
E’ una gioia che non deriva da qualcosa ma da Qualcuno. L’Avvento ci prepara, è l’attesa di Gesù, è un tempo che ci ricorda che Lui nasce per amore nostro, per offrirci la Salvezza eterna i cui benefici iniziano già qui nel memento in cui decidiamo di fare spazio a Gesù nel nostro cuore. Tutti noi abbiamo bisogno di perdono, di guarigione, di quella gioia che solo Lui ci può donare.
I regali, le tavole imbandite, i festeggiamenti, i viaggi, le luci, sono solo la cornice, seppur piacevolissima, di un avvenimento che ha il suo centro nella nascita di Gesù, che ha cambiato il corso della storia dell’intera umanità e la storia personale di ognuno di noi.
Allora la nostra gioia sarà autentica solo se Gesù sarà presente nella nostra vita, nelle nostre scelte, e non solo a Natale.
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-11)
Gesù ci promette la gioia vera e se crediamo nella sua Parola, se crediamo che Gesù non mente, allora siamo tenuti anche a credere che la sua promessa è una garanzia. E a fare nostre le indicazioni chiare e precise che ci dà, per poter fare esperienza della sua gioia: fidarci del suo amore e vivere in unione con Lui.
Certe esternazioni che si sentono in giro, da “Non vedo l’ora che sia passato anche questo Natale” a “Se fosse per me non festeggerei il Natale, è solo per far contenti i bambini”, rendono purtroppo l’idea di quanti siano lontani da Dio e sprechino l’occasione di incontrare l’Unico capace di realizzarci in pienezza e di renderci felici nonostante tutti i problemi, le fatiche e i dispiaceri.
Per cogliere l’opportunità della gioia vera, è necessaria la fede perché solo la fede ci consente di accogliere nella sua profondità il mistero di un Dio che si fa uomo per amore. Chiediamo la Grazia delle fede per coloro che non ce l’hanno affinché possano assaporare questa attesa. E per noi tutti di preservarci dalla frenesia che mina questo tempo di Avvento.
Simona Amabene
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