Sono passati 31 anni da una delle stragi più atroci che la storia dell’Italia moderna ricorda. Sull’autostrada che da Palermo conduce a Mazara del Vallo, quel tragico 23 maggio 1992, c’era l’auto del giudice Giovanni Falcone e con lui la moglie, Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta.
Una strage che mai deve esser dimenticata. Il ricordo delle vittime resterà sempre nel cuore di tutti, anche delle nuove generazioni.
Quel tragico 23 maggio 1992
Era un tardo pomeriggio di un giorno di metà maggio. La lotta alla mafia continuava da tempo e, in prima linea vi erano due giudici “scomodi” per molti, ma puliti d’animo e pronti a dare giustizia a quella Sicilia che, ormai, veniva indicata solo come terra di mafia, per la maggior parte delle persone.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quel 1992, sembrava un anno normalissimo della loro vita, almeno fino a quel 23 maggio. Lì, sull’autostrada che da Palermo conduce a Mazara del Vallo sta per accadere qualcosa. Il giudice Falcone è lì in transito nella Fiat Croma blindata. All’altezza dello svincolo di Capaci, un’esplosione: 500 kg di tritolo era stati lì posizionati con un solo intento: uccidere Falcone.
Una deflagrazione immensa: alle ore 17.57, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e quattro agenti di scorta moriranno, condannati a morte da quella mafia che proprio lo stesso Falcone cercava di stanare e scacciare via dalla sua terra.
Oggi, a 31 anni di distanza, un ricordo che non si spegne e che, anzi, è ancora vivo anche nelle nuove generazioni. Ma chi era il giudice Falcone? Nacque il 18 maggio 1939 a Palermo, nel quartiere della Kalsa, lo stesso di Paolo Borsellino, segno che la loro vita era intrecciata sin da principio.
Falcone: un giovane che frequentava la parrocchia
Da giovane frequentava l’Azione Cattolica, e trascorreva gran parte dei suoi pomeriggi in parrocchia facendo la spola tra quella di Santa Teresa alla Kalsa e quella di San Francesco. All’età di tredici anni cominciò a giocare a calcio all’Oratorio dove, durante una delle tante partite, conobbe Paolo Borsellino, con cui si sarebbe ritrovato prima sui banchi dell’università e poi nella magistratura.
Una fede che è sempre stata presente nella vita di Giovanni. Era chierichetto, passa molti pomeriggi in parrocchia. È la stessa sorella di Falcone, Maria, come racconta Gelsomino Del Guercio in un suo articolo di Aleteia, a raccontare (nel libro “Giovanni Falcone, un eroe solo”) alcuni aneddoti giovanili di Giovanni, a partire dalla sua Prima Comunione: “Durante la funzione era visibilmente distratto. Seduto al primo banco con gli altri suoi coetanei, che come lui dovevano ricevere il sacramento, continuava a girarsi per cercare noi familiari con lo sguardo” – descrive.
Giovanni e Paolo: quell’incontro in oratorio
L’amicizia con Paolo Borsellino, nata proprio nel campetto dell’oratorio, ma anche la conoscenza con uno di quelli che sarebbe diventato un personaggio di rilievo della malavita, purtroppo, è nata in parrocchia. Giovanni, proprio in chiesa, dove giocava spesso anche a ping pong, incontra in un partita, Tommaso Spadaro, che all’epoca era solo un ragazzino. Oggi all’ergastolo, ma precedentemente impegnato con la mafia nel traffico di stupefacenti.
Perché sì, come spesso accadeva, la chiesa era l’unico luogo di incontro per i ragazzi, tutti, senza distinzioni di ceto sociale.
La sua fede, però, sempre come racconta la sorella Maria, è fatta anche di piccoli e semplici ricordi, come le fasce della Prima Comunione e della Cresima, gelosamente conservate dal giudice stesso ed ancora lì, presenti, anche dopo tantissimi anni, in una scatola, gelosamente custodita e conservata oggi da Maria stessa, sempre come raccontato dall’articolo di Aleteia.
A 31 anni dalla strage, il ricordo su di una moneta
Ed oggi, a 31 anni di distanza, non saranno solo i cittadini di Palermo, i ragazzi delle scuole di tutta Italia a tenere vivo il ricordo del giudice Falcone e di tutti coloro che in quella strage persero la vita. Nella Collezione Numismatica 2022 arriva la moneta da 2 euro, proprio a 30 anni di distanza da quel 23 maggio 1992.
L’omaggio a Falcone e a Borsellino da parte del Poligrafico e della Zecca dello Stato. La moneta, emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata realizzata dall’artista della Zecca italiana Valerio De Seta, e sarà a corso legale in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e circolazione ordinaria.
Una persona di fede, un uomo, un giudice, la cui vita è stata spezzata dalla stessa crudeltà umana, ma il cui ricordo mai verrà cancellato.