Si definiva il diavolo in persona adescava minori online, li plagiava e li coinvolgeva in giochi esoterici e perversi; le sue vittime ha hanno seriamente rischiato la vita.
Ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato Matteo Valdambrini. Il 23enne di Prato, membro di una setta satanica, è accusato di abusi sessuali sui suoi adepti.
Un’inquietante storia esoterica
Lo hanno riferito i legali dello stesso Valdambrini, Sigfrido Fenyes e Pier Nicola Badiani, nel corso dell’udienza preliminare. Per l’occasione, i due avvocati hanno depositato una consulenza medica relativa alle condizioni psichiche del loro assistito.
L’accusa contro Valdambrini è di abusi sessuali nei confronti di tredici persone, tra cui due minorenni (uno non ancora quattordicenne), tutti costituitisi parte civile. L’udienza preliminare riprenderà il prossimo 8 ottobre.
Il 23enne pratese era stato arrestato nel giugno 2020, con l’accusa di essere a capo di una setta. Valdambrini aveva plagiato i suoi giovani adepti, persuadendoli di essere lui stesso il diavolo e di averli scelti per “salvare il mondo”. Ad essi aveva fatto credere di aver avuto tutti delle vite precedenti, con nomi che sono tutto un programma: Amon, Atena, Banshee, Lilith, Le Sette Furie.
Per convincere i malcapitati della sua sedicente natura, Valdambrini si era inventato uno pseudo-rito di resurrezione, in cui simulava lo strangolamento di un sodale, al termine del quale si rialzava, fingendo di rimettersi la testa sul collo.
Il satanista incriminato avrebbe anche praticato riti voodoo, cercando di provocare la morte della madre di una delle sue adepte. Ricorreva anche a messinscene come il morso del vampiro ed effettivamente alcune vittime sono state trovate con il braccio morsicato.
Abusi sessuali
Altri venivano costretti ad inviare su Whatsapp, foto di nudo a Valdambrini, il quale, però, afferma che tali immagini non erano utilizzate da lui ma da una sedicente “entità cibernetica” di nome Hydra.
Lo scorso aprile, per Valdambrini è stata formulata la richiesta di rinvio a giudizio per i reati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile.
L’imputato adescava le sue vittime online, con un immaginario fantasy ispirato alla serie Twilight, promettendo a tutti una rapida e brillante carriera.
La terribile storia è venuta allo scoperto, a seguito della denuncia della madre di uno dei ragazzi circuiti da Valdambrini. La donna era sempre più preoccupata dai prolungati incontri del figlio nei boschi assieme a loschi figuri.
È quindi partita l’indagine guidata dagli esperti della squadra anti-sette della questura, coordinati dalla pm Angela Pietroiusti e in seguito dal pm Eligio Paolini.
[L.M.]