Nel libro dello storico Gianni La Bella nel libro ‘I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco’, leggiamo il momento in cui il Cardinale Bertone voleva commissariare i Gesuiti.
Ad opporsi a quella decisione fu l’allora Arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio; il quale sostenne che un commissariamento avrebbe creato enormi problemi all’ordine.
Nel 2007 l’ordine dei Gesuiti si preparava ad un importante cambiamento. L’allora preposito generale Peter Hans Kolvenbach stava per andare in pensione e si doveva votare per il suo sostituto. La vicenda viene raccontata dallo storico Gianni La Bella nel libro ‘I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco’. Un evento comune come questo assume importanza poiché proprio in quella occasione l’ordine ha rischiato di essere smembrato. Quando, infatti, Kolvenbach avvia le procedure per fare eleggere il suo successore, il Cardinale Bertone, allora Segretario di Stato in Vaticano, gli fa presente le preoccupazioni del Papa (Benedetto XVI) e della Santa Sede sull’ordine.
Questo passaggio viene riportato con estrema chiarezza da La Bella che scrive: “Il 9 marzo del 2007 il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rispondendo al generale, scrive che è desiderio del papa ‘che nella prossima Congregazione generale si rifletta con cura sulla preparazione spirituale ed ecclesiale dei giovani gesuiti; nonché, per tutta la Compagnia, sul valore e sull’osservanza del quarto voto’.
Nella missiva si legge ancora: “Nel prosieguo della missiva il cardinale mette a parte il preposito delle ‘preoccupate riflessioni’ del pontefice”. Queste vertevano: “sulla situazione dell’ordine in Francia, dove ‘i segni della vita religiosa comunitaria (silenzio, osservanza dell’orario, penitenza, separazione delle comunità, distinzione professi-coadiutori spirituali, composizione dell’assemblea provinciale ecc.) sembrano essere stati emarginati; la vita religiosa propriamente detta (pietà, clausura, mortificazione) pare essere stata relegata alla sfera della vita privata, perdendo molto della sua dimensione comunitaria”.
La preoccupazione della Santa Sede, si legge ancora, è acuita dal fatto che gran parte dei Gesuiti, elettori delle Congregazioni provinciali, non hanno conosciuto la compagnia di un tempo. Viene consigliato dunque a Kolvenbach di rivolgersi al Vescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. Questo infatti in passato aveva contestato la direzione presa dall’Ordine, e non era d’accordo con alcune decisione prese. Inoltre aveva criticato spesso il relativismo nell’insegnamento alle nuove generazioni. Ciò nonostante l’allora Vescovo si oppose fermamente al commissariamento, che a suo parere avrebbe solo acuito i problemi della Compagnia.
Raccolto il parere dell’esimio collega, Kolvenbach decise di chiedere udienza a Benedetto XVI con l’intento di fargli cambiare idea sul commissariamento. Ecco come descrive quell’importante momento lo storico: “Kolvenbach, contrariamente al suo stile discreto e riservato, chiese udienza a Benedetto XVI; e abbandonata ogni prudenza, in modo fermo e deciso, come forse mai nella sua vita, lo pregò di non approvare una decisione che la Compagnia, questa volta, non avrebbe tollerato“. Ratzinger alla fine si convinse che il commissariamento non era la decisione corretta.
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Luca Scapatello
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