Ospite del consiglio di presidenza dell’Opera Romana Pellegrinaggi, il Cardinale De Donatis invita la Chiesa a curare i pellegrini.
Secondo il Vicario del Papa troppo spesso ci si sofferma esclusivamente ad un meccanismo di offerta e soddisfacimento dei bisogni logistici.
Cardinale De Donatis: “Il pellegrino non è un semplice cliente”
Il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario di Sua Eminanza il Papa, è da sempre molto attento alla questione pellegrinaggio. Lo dimostra il fatto che questa estate, in occasione del Festival dei Giovani, sia voluto andare a Medjugorje per parlare con i milioni di pellegrini presenti in Bosnia. Lo ha ribadito in occasione del suo intervento al consiglio di presidenza dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Prendendo parola il Vicario del Papa ha detto: “La comunità cristiana deve sentirsi responsabile di coloro che, sia pur temporaneamente, vengono a inserirsi in essa; per dar loro una coerente testimonianza di fede. Ciò vale anche per il cristiano quando viaggia; reciprocamente, quando accoglie chi viaggia“.
A suo avviso, infatti, con la facilità odierna allo spostamento è sempre più facile che il fenomeno pellegrinaggio venga confuso con il semplice turismo e che diventi soggetto alle logiche di mercato. Per evitare ciò il primo passo da compiere è quello: “Aiutare ad essere non un banale cliente, un consumatore ingordo, ottuso, ma aperto a cogliere le possibilità di umanità e la dimensione escatologica di festa. Questo obiettivo, si realizza attraverso attivazioni pastorali molteplici, a partire da una rinnovata pedagogia della fede”.
La Chiesa deve superare la dimensione organizzativa
Insomma per il Cardinale De Donatis bisogna che si superi la concezione di una Chiesa che, in ambito di pellegrinaggi, si occupa semplicemente dell’organizzazione e della assistenza soddisfacendo i bisogni dei pellegrini, ma lasciandoli all’anonimato. Se la fase organizzativa è necessaria affinché ci siano dei pellegrinaggi, il lavoro delle varie diocesi non si dovrebbe esaurire a questa. De Donatis infatti dice: “Occorre forse trovare forme per favorire una prassi di coinvolgimento e di partecipazione, in cui emerga sempre abbastanza chiaramente un tratto di valenza ecclesiale“.
L’impegno, però, dovrebbe essere fatto anche verso il singolo pellegrino. A conclusione dell’intervento, infatti, De Donatis aggiunge: “Le iniziative per l’accoglienza dei turisti e dei pellegrini devono essere accurate e appropriate, rispondenti cioè alla loro lingua, mentalità, specifica situazione di vita. Ciò comporta un lavoro in profondità”.
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Luca Scapatello
Fonte: Acistampa