La Corte Suprema di Canberra ha ribaltato il giudizio delle prime due corti scagionando il Cardinale George Pell dalle accuse di abuso su minore.
Accusato da due ex sagrestani per un presunto abuso risalente al 1996, il Cardinale era stato condannato in primo nel 2018 e secondo grado nel 2019.
Le accuse e le condanne a carico del Cardinale
Il caso George Pell è uno di quelli che ha infiammato le polemiche nei confronti della Chiesa negli anni passati. Il Cardinale aveva avuto un rapporto di fiducia e amicizia con il Papa Giovanni Paolo II, il quale l’aveva nominato Vescovo nel 1987 e Arcivescovo nel 1996. Il suo ruolo all’interno della gerarchia vaticana era continuato anche con i successivi due Pontefici e Papa Benedetto, nel febbraio del 2014 lo aveva eletto Prefetto della Segreteria per l’Economia.
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Nel 2010 era stato indagato per presunto ostacolo della giustizia nei riguardi di casi di abuso avvenuti nella sua diocesi quando era Arcivescovo della città di Melbourne. Ma i veri problemi con la giustizia sono cominciati nel 2017, quando due ex sagrestani lo hanno accusato di abusi sessuali. Il reato sarebbe stato commesso negli anni ’70, quando questi facevano parte del coro della parrocchia della sua città natale (Melbourne). Il processo derivante dalle indagini sui presunti abusi è culminato nel dicembre del 2018 con l’accusa a 6 anni di carcere per violenza sessuale su minori. Accusa che è poi stata confermata nel 2019 in secondo grado.
George Pell scagionato dalle accuse di pedofilia e abuso
In seguito alla condanna Papa Francesco è stato costretto a sospendere il Cardinale in attesa del giudizio definitivo. Nel frattempo Pell ha sempre sostenuto di essere innocente ed ha dato mandato agli avvocati di fare ricorso all’Alta Corte di Canberra. Il ricorso si basava sull’opposizione di uno dei tre magistrati che lo avevano giudicato in secondo grado. Questo, a differenza dei colleghi, riteneva che non ci fossero prove sufficienti per appurare che l’abuso ai danni dei due minori fosse avvenuto.
Durante l’ultimo grado di giudizio l’accusa non è riuscita a dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’abuso si sia verificato. Motivo per cui il giudice della Corte Suprema ha ribaltato il verdetto dei precedenti processi e scagionato una volta per tutte il Cardinale. Questo, successivamente alla lettura del verdetto ha dichiarato: “Ho subito una grave ingiustizia alla quale l’Alta corte ha posto rimedio. Non nutro alcun rancore verso il mio accusatore. Il mio processo non era un referendum sulla Chiesa cattolica, ma sul fatto se io avessi commesso questi orribili crimini e io non li ho commessi. Grazie a tutti quelli che hanno pregato per me: l’unica base per la giustizia è la verità”.
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Luca Scapatello