Il Cardinale Reinhard Marx ha un’idea tutta sua sulle coppie omosessuali e la sta diffondendo in tutta l’Europa.
“È difficile dire, obiettivamente, dall’esterno, che qualcuno è in uno stato di peccato mortale. Senza guardare la coscienza dell’individuo, senza guardare alla sua realtà, alle circostanze concrete, una piena valutazione della gravità della colpa non è davvero possibile”.
E su questo possiamo anche essere d’accordo. La chiesa non è giudice delle “anime”, ma portavoce del messaggio d’amore e di fratellanza del Cristo. Lasciamo a Dio il compito di “valutare” l’operato e il cuore dell’uomo. Non dimentichiamo che, però, a noi spetta il compito di ribadire quali siano i valori fondanti della religione cristiana, lasciando sempre libera scelta di non professarli.
Pare, invece, che, da più parti, si stia facendo pressione, perché questi valori si modifichino e si adeguino alla moda corrente e vengano invasi da principi e permissività che nulla hanno a che fare con la spiritualità, generando solo confusione sulla Verità cristiana.
Perché non si fa un distinguo?
Il Cardinale Reinhard Marx, Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, dunque membro del C9, il Consiglio che aiuta il Santo Padre nel governare la Chiesa, residente nella Diocesi bavarese, sembra dare costantemente segno dell’esistenza di una “corrente ecclesiale”, che da non pochi spunti di riflessione, ma anche di preoccupazione.
“Sì, è immaginabile una possibilità simile, ma non ci sono soluzioni generali. Non sarebbe nemmeno giusto, penso. È una questione di cura pastorale per i singoli casi e questo vale anche per altri ambiti, che non possiamo regolare, dove non abbiamo una serie di leggi”.
Si riferisce alla possibilità che le coppie omosessuali vengano benedette in chiesa, cosa ma non ritenersi, però, un vero e proprio matrimonio, precisa!
La stessa posizione era stata espressa dal suo Vice, il Vescovo di Osnabrück, Franz-Josef Bode.
La questione parte da molto lontano e si è palesata, in Vaticano, durante il Sinodo sulla famiglia, del 2015, quando i Vescovi tedeschi espressero la loro particolare considerazione su gay e lesbiche, attirando su di se l’ammirazione di diversi prelati dell’Europa centrale, ma trovando l’opposizione ferma di molti altri.
In conclusione, si ritenne di mantenere la posizione già adottata da sempre, ossia di prendersi cura delle coppie omosessuali come di chiunque altro, ma considerando la loro scelta una pratica disordinata, sessualmente parlando.
Antonella Sanicanti