Di fronte alla crisi del Coronavirus, crescono le nuove povertà. La pandemia ha messo in ginocchio i giovani e le famiglie senza più lavoro.
La denuncia arriva dall’ultimo Rapporto Caritas 2020. I poveri che si presentano alle mense della Caritas infatti sembrano essere sempre di più e si fa persino fatica a contarli.
L’identikit della nuova povertà è quella di donne sole, con due figli, intorno ai quarant’anni. Di famiglie senza nessuna entrata. Di giovani che non riescono a farsi spazio nel mondo del lavoro e che restano senza stipendio, a carico dei genitori, e senza possibilità di costruirsi una famiglia.
La crisi sembra essere arrivata, duramente, ed è peggiore di quella del 2008. Il nuovo rapporto Caritas sulla povertà lo evidenzia chiaramente. Migliaia di famiglie italiane, già in una situazione delicata prima del Coronavirus, sono state travolte dalle pandemia dal punto di vista economico.
La percentuale di “nuovi poveri” presi in carico dalla rete delle Caritas diocesane nel settembre 2019 era del 31 per cento, a settembre del 2020 è del 45 per cento. Aumentata esponenzialmente.
In numeri, si tratta di 44.858 persone accolte da circa 680 centri di ascolto nel periodo che va da maggio a settembre. Ventimila di questi si presentavano alla Caritas, a chiedere aiuto, per la prima volta nella loro vita. Donne, uomini e bambini che senza l’aiuto della Chiesa sarebbero finiti sul lastrico, per la strada.
Il rapporto, intitolato “Gli anticorpi della solidarietà“, e che fotografa l’attuale crisi sociale ed economica scaturita dalla pandemia, descrive la realtà in tutta la sua durezza. “Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei italiani e delle persone in età lavorativa, cala invece la grande marginalità. Si intravede dunque l’ipotesi di una nuova fase di “normalizzazione” della povertà”, si legge.
“Così come accadde dopo lo shock finanziario del 2008. Tuttavia. scrivono i ricercatori del centro studi Caritas “a fare la differenza, rispetto a 12 anni fa, è il punto da cui si parte: nell’Italia pre-pandemia il numero dei poveri assoluti è il doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers”.
Pare stia cioè arrivando, purtroppo, un “tempo di una grave recessione economica“, proprio come dopo la crisi del 2008. Uno scenario che fa inevitabilmente paura, forse più del rischio sanitario dovuto al virus.
Il numero di donne che ha chiesto aiuto da maggio a settembre è passato dal 50,5 per cento del 2019 al 54,4. Per i giovani tra 18 e 34 anni è passato dal 20 per cento al 22,7 per cento. Dei nuovi poveri, il 52 per cento sono italiani, a differenza del 2019 quando erano il 47,9 per cento. Le famiglie impoverite con parenti a carico, genitori, anziani, infermi sono passate dal 52,3 per cento del 2019 al 58,3 per cento del 2020.
I motivi principali sono la perdita del lavoro, in particolare per tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi. “Rispetto a questo fronte le Caritas diocesane hanno erogato sostegni economici specifici, in ben 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività). Complessivamente sono stati 2.073 i piccoli commercianti e lavoratori autonomi accompagnati in questo tempo”, si spiega.
Tra aprile e giugno le Caritas hanno assistito 450mila persone. Molte anche solamente per chiedere i sussidi al governo, vista la difficoltà anche di eseguire le stesse pratiche per la domanda.
Oppure per chiedere un pasto caldo, che ha salvato le giornate di tante famiglie senza entrate né soldi da parte. I fondi diocesani hanno aiutato 92mila nuclei singoli, e 62mila volontari hanno consegnati mascherine e kit igienizzanti a 418mila famiglie.
Ora però ci aspetta il ritorno della pandemia, a quanto pare. Preghiamo il Signore perché si possano trovare risposte adeguate per fronteggiare la crisi in maniera umana, e per fare in modo che nessuno perda la dignità per problemi di natura sociale o economica. Che Gesù ci dia la forza e la capacità di uscire più uniti e rafforzati dalle difficoltà che si presentano.
Giovanni Bernardi
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