La Caritas di Roma scende in campo nella giornata più calda dell’anno: cosa ha in mente per Ferragosto?
Nella giornata centrale dell’estate, la Caritas non dimentica di essere vicino agli ultimi e ai più soli: ecco cosa farà la Caritas di Roma.
Il lavoro della Caritas a Ferragosto
Saranno ben 250 i volontari che, a supporto della Caritas di Roma, hanno organizzato numerosi eventi in diverse zone della città. Distribuiranno pasti, accoglieranno più di 600 persone negli spazi adibiti a dormitori notturni: il tutto nella sola giornata di Ferragosto.
Accanto alle normali attività di ogni giorno, la giornata di Ferragosto si presenta come una delle più particolari di tutto l’anno. Tante saranno le manifestazioni organizzate, a partire dalla celebrazione Eucaristica, alle ore 10.30, presso la Cittadella della Carità, in via Casilina Vecchia.
“Il 15 agosto non è un giorno qualunque”
Un momento di condivisione ma anche di gioia di stare insieme: “Il 15 agosto non è un giorno qualsiasi, è il più pesante per chi vive solo e che sente, specie in momenti di festa, la sua solitudine acuirsi sempre di più. Dalla messa nella Cittadella della Carità, poi alla mensa addobbata a festa, fino alla cocomerata finale, vogliamo rendere meno triste e pesante questo giorno a chi non ha nessuno” – ha detto don Ambarus, direttore della Caritas Romana.
I volontari della Caritas
“Le nostre mense sono sempre aperte, tutto l’anno. L’enorme esercito di invisibili, di quelli che a stento ce la fanno a vivere, affolla sempre i nostri luoghi. Quando loro bussano alla nostra porta, noi apriamo sempre. Possiamo definirla una macchina da guerra che mai si ferma, una macchina che fa del bene, una macchina dove tantissimi volontari silenziosi aiutano queste persone in maniera generosa e totalmente gratuita. Sono loro la Roma migliore” – ha dichiarato il direttore della Caritas.
“Tutti possiamo fare qualcosa a Ferragosto: potrebbe essere l’occasione in cui ognuno sta con la propria famiglia, o un’occasione per dare un sorriso a chi, tutto l’anno non ne ha” – ha concluso don Ambarus.
Il tutto sempre secondo l’insegnamento di Gesù: avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero solo e siete venuti a trovarmi.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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