Il Coronavirus, la pandemia e le restrizioni hanno messo in ginocchio molte attività. Tanti sono coloro che hanno perso il posto di lavoro, sono in difficoltà economiche e si sono rivolti alla Caritas.
A soffrire di più è, in particolare, il Sud Italia. Il Responsabile della Caritas Diocesana di Napoli racconta come la Chiesa sta affrontando ed aiutando le famiglie in difficoltà a causa del Coronavirus.
La pandemia, le restrizioni, negozi che chiudono, attività che falliscono, il lavoro che manca. E se tutto questo lo spostiamo nel Sud Italia, notiamo che la situazione è ancora più difficile e complicata. Nessuno mai avrebbe immaginato che un piccolo nemico, invisibile, quale il Coronavirus, avrebbe creato disagi di queste proporzioni. Eppure è successo.
In Campania, da quasi due settimane in zona rossa, con il massimo delle restrizioni imposte dal Governo Nazionale, la situazione è ancora più complessa. A raccontare la situazione è il Responsabile della Caritas Diocesana di Napoli, don Enzo Cozzolino: “L’esperienza di una zona rossa la abbiamo già vissuta nei mesi di marzo-aprile, quando la definizione lockdown era a livello nazionale e ancora non c’era il virus a colori […]
Nei momenti di maggior bisogno la Caritas allarga le sue braccia cercando di non restare chiusa nei suoi uffici, ma si attiva anche con altri mezzi” – inizia il suo racconto in un’intervista ad Acistampa.
Tanti sono i volontari che si sono attivati, anche in questo secondo lockdown: “Cerchiamo ci dare risposte alle più svariate richieste. La prima e più importante è la richiesta di ascolto.
In questi momenti, il dolore chiede ascolto al fratello dal volto sconosciuto e molti trovano anche il coraggio di piangere nel descrivere il loro problema al telefono. Segue spesso una richiesta di aiuto concreto. La Caritas non ha mai chiuso in questo periodo” – continua don Cozzolino.
La Caritas Napoletana sta facendo davvero molto in questo secondo periodo di restrizioni: “La confezione di pacchi alimentari è demandato al CAIR e alle Parrocchie, che sul proprio territorio conoscono meglio le richieste più urgenti. Le mense, 23 in tempi normali, stanno lavorando a tutta forza per poter rispondere ad esigenze sempre maggiori. Fino a pochi giorni fa, prima dell’istituzione della zona rossa, era circa 2000 i pasti giornalieri” – spiega il Responsabile.
Ma anche il Cardinale di Napoli, Sepe, è sceso in campo in prima persona: “Si è impegnato tramite l’esercito a fornire, recuperare e distribuire le derrate alimentari” – ha concluso don Cozzolino.
In piena sintonia con le parole di Papa Francesco (“La chiesa sia un ospedale da campo in questa pandemia”), la Chiesa e la Caritas di Napoli non si sono tirate indietro. A Napoli e in tutta la Campania, le difficoltà sono tante, ma nessuno si è perso d’animo. Ci si è rimboccati le maniche e si aiuta il prossimo.
Come Gesù ci ha detto: “Chi aiuta anche solo il più piccolo dei miei fratelli, avrà aiutato me”. E a Napoli, questo è quello che si sta portando avanti.
Fonte: acistampa.com
ROSALIA GIGLIANO
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