Troppo spesso la tragedia dei padri separati passa in sordina, lasciata in secondo piano rispetto ad altre emergenza. Eppure è una delle maggiori cause di miseria.
Da molti vengono definiti “i nuovi poveri”. Uomini che vengono allontanati dalla propria famiglia e finiscono in strada, da soli, ad affrontare una vita fatta di sofferenza e spesso di profonda povertà. Si tratta infatti di una delle maggiori cause di miseria economica in Italia.
La Caritas ha diffuso a riguardo numeri terrificanti in cui viene spiegato che il 46 per cento dei padri separati vive in totale indigenza. Non solo. Accanto alla difficoltà materiale, infatti, finisce per essercene un’altra personale. Le persone che rimangono sole, infatti, finiscono per isolarsi da tutto e tutti in maniera volontaria.
Per un senso di colpa e di vergogna non riescono a chiedere aiuto. Il distacco dalla famiglia diventa solo l’inizio di un pesante declino psicologico. Così, dal dolore si passa alla vergogna, ad esempio di non sapere dove ospitare i propri figli. Molte di queste persone finiscono per togliersi la vita.
Alcune associazioni parlano di centinaia di decessi l’anno per questa ragione. Di fronte al Coronavirus, poi, la situazione non può che peggiorare. Così a Mazara del Vallo si è deciso di prendere di petto questa situazione, creando una struttura apposita che si occupi di questi casi. Si chiama “Casa Betania”, ed è nata nell’ambito diocesano grazie al contributo di Caritas italiana.
La Caritas infatti ha coperto le spese di ristrutturazione e arredo di un intero appartamento, pari a circa cinquantamila euro. Al momento vi potranno essere accolti fino a quattro 4 papà contemporaneamente, in maniera gratuita, per potergli permettere di ripartire da zero, e di affrontare le difficoltà della propria vita.
Si tratta, ha spiegato il vescovo di Mazara, monsignor Domenico Mogavero, di “un gesto di accompagnamento , uno stargli vicino per un periodo della loro vita, aiutandoli”. Nell’accogliere i papà senza dimora, la diocesi offrirà infatti non solo un tetto ma anche un supporto morale e psicologico, con la presenza di un assistente sociale, di un legale, di una psicologa e di un responsabile della struttura.
“L’obiettivo è quello di accompagnarli per poterli far rientrare nella società, reinserirli nel contesto civile in un modo bello, per farli tornare serenamente a vivere la vita”, ha spiegato ai media vaticani Girolamo Errante Parrino, direttore della Caritas diocesana.
“Noi siamo chiamati ad abbracciare l’altro. Il che significa entrare in empatia con il prossimo, far tuo il bisogno dell’altro, quando si è chiamati ad intervenire. E questo ci fa molto riflettere, perché non si possono chiudere gli occhi e far finta di niente”.
In queste strutture infatti i genitori potranno vedere i propri figli una volta a settimana, accogliendoli in questa loro nuova abitazione e dando loro la possibilità di stare in un luogo decente. Molto spesso, infatti, questi padri separati finiscono in mezzo alla strada e per loro non è possibile vedere i propri figli.
Una tragedia che non può rimanere inosservata, anche se sembra che altre emergenze risultino più “à la page”, e che per questo meritino maggiore attenzione. Purtroppo, non è così, e che bisogno di fare luce sulle sofferenze di queste povere persone.
Giovanni Bernardi
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