Sono cattolici? Quelli sempre pronti ad inveire contro il Papa

 

 

Come sempre molti si arrogano il diritto di giudicare le parole del Papa e ne cambiano il significato a loro piacimento e discrezione, e inoltre pensano pure di farlo per una giusta causa. Non sapendo invece che non fanno altro che creare divisioni e discordie facendo il gioco del demonio che è il principe della divisione e della discordia. Come cita il testo di un canto dov’è carità e amore li c’è Dio, noi formiamo qui riuniti un solo corpo evitiamo di dividerci tra noi

Il serpente di bronzo che si affianca nella simbologia cristiana all’interno della Basilica di Sant’Ambrogio di Milano, altro non è che profezia della croce fatta da Mosè anni prima dell’apparizione sulla terra di Cristo e della sua passione simbolo della redenzione dell’uomo dal peccato in cui era caduto.

Questa premessa ci serve ad introdurre delle frasi, trovate sul sito del Vaticano, ed interpretate come blasfemia da una lettrice de ‘La chiesa post concilio’ su invito indiretto del giornalista Socci. La donna ci dice di non voler seguire più le meditazioni del Santo Padre dal pulpito di Santa Marta perché irrispettose della dottrina tradizionale.

E’ dunque il caso di analizzare queste frasi: “Il serpente di bronzo guariva ma il serpente di bronzo era segno di due cose: del peccato fatto dal serpente, della seduzione del serpente, dell’astuzia del serpente; e anche era segnale della croce di Cristo, era una profezia”. Il Pontefice si riferisce alla simbologia classica che identifica il demonio con il serpente e fino a questo punto non ci sono obiezioni da sollevare.

Le successive frasi estratte da discorsi di Papa Francesco sono probabilmente estratte da un contesto e strumentalizzate per sembrare atto di blasfemia, eccole: “Gesù si è “fatto serpente”, Gesù si “è fatto peccato” e ha preso su di sé le sporcizie tutte dell’umanità, le sporcizie tutte del peccato. E si è “fatto peccato”, si è fatto innalzare perché tutta la gente lo guardasse, la gente ferita dal peccato, noi” e ancora: “Sì, io porto la croce per far vedere che sono cristiano, non solo come distintivo, come se fosse una squadra, il distintivo di una squadra, ma come memoria di colui che si è fatto peccato, che si è fatto diavolo, serpente, per noi; si è abbassato fino ad annientarsi totalmente”.

La lettrice del sito “Tradizionalista” a queste frasi aggiunge un commento di disapprovazione, facendo capire come la lettura di Papa Francesco sia blasfema e faccia credere che Cristo sia divenuto diavolo e peccatore esso stesso. La verità è che le frasi sono estrapolate da un contesto in cui si capisce che nostro signore si è caricato di tutti i nostri peccati per far si che, attraverso il suo sacrificio, essi fossero perdonati ai suoi figli.

Il significato travisato dalle parole del Santo Padre è che il: “Si è fatto peccato” di Papa Francesco, non significa che Gesù stesso è divenuto un peccatore, ma che per il nostro bene li ha addossati su di se e con il suo sacrificio ha redento l’umanità da ogni colpa, dunque, non vi è nulla di blasfemo, ma una semplice diversità nell’esprimere il medesimo concetto che da millenni è espresso dalla Chiesa Cattolica.

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