Nella vita di tutti i giorni ci sono due azioni molto difficili da compiere che si verificano costantemente: scusare e perdonare. In molti ritengono che si tratti della medesima cosa, ma tra le due azioni esiste una differenza e nemmeno tanto sottile. Ciò che invece le accomuna è il fatto che per metterle in atto c’è bisogno di pazienza, empatia ed immedesimazione nei confronti dell’altro.
Pensate ad esempio di avere un amico (a) che tiene molto al giorno del proprio compleanno e che si offende nel caso in cui voi vi dimentichiate di fargli gli auguri (in realtà è un dispiacere che proviamo tutti, ma è una dimenticanza che alcune persone ritengono più grave rispetto ad altre). In una simile circostanza proverete a porre rimedio alla vostra memoria corta appuntandovi il giorno in questione, ma la vita, si sa, è piena di imprevisti ed impegni e nonostante la buona volontà potreste dimenticarvi comunque di porgere i vostri auguri alla persona in questione. L’unica cosa da fare in questi casi è chiamare la persona a cui avete fatto il torto e porgergli umilmente le vostre scuse. Se la persona in questione vi conosce bene capirà che la vostra dimenticanza è stata fortuita ed accetterà le vostre scuse. Quello compiuto dal vostro amico è un atto di giustizia nei vostri confronti, poiché voi siete innocenti ma vi sentite in colpa perché sapete che il vostro amico ci tiene particolarmente a ricevere gli auguri, dunque scusandovi questo vi libera da un peso non necessario.
La concessione del perdono è una pratica più complessa poiché in questo caso chi lo chiede si è macchiato di una reale colpa e chi lo concede deve fare uno sforzo maggiore per concedervi la libertà dal vostro peso. Prendete come esempio un giorno in cui siete in collera per come si è svolta la vostra giornata lavorativa e, arrivati alla sera, vi incontrate con la vostra fidanzata (moglie/compagna). Nel corso della serata il vostro stato di nervosismo vi porterà quasi inevitabilmente a scaricare la vostra frustrazione sulla incolpevole ragazza che, sapendo di non aver fatto niente, si sentirà mortificata dal vostro comportamento. In un caso simile noi siamo colpevoli per aver offeso, umiliato o maltrattato un’innocente. In questo caso non c’è compimento di giustizia da parte della persona che offre il proprio perdono, ma un atto di misericordia ed amore: il colpevole non merita giustizia, meriterebbe una punizione, ed è per questo che quando viene perdonato si è di fronte ad un atto di lodevole benevolenza.
Il periodo della Quaresima è il momento ideale per dare a Dio la possibilità di…
Maria non è solo la Madre di Gesù, ma un vero e proprio esempio perfetto…
Nobildonna veronese, santa Maddalena di Canossa lascia la sua vita agiata per dedicarsi totalmente ai…
Meditiamo il Vangelo del 10 aprile 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Giovedì giorno della devozione al Santissimo Sacramento. Ecco la preghiera del mattino da recitare oggi…
“Consola la mia anima”. È la preghiera della sera da recitare questo mercoledì per meditare…