Dal 15 giugno i centri estivi per i più piccoli possono finalmente partire. Una grande notizia per i tanti genitori impegnati con la ripresa della fase due del coronavirus.
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La notizia arriva in seguito al via libera dei tecnici nominati dal governo per affrontare il coronavirus. Lo stanziamento previsto corrisponde a una cifra di 185 milioni di euro. Tuttavia, per quanto riguarda i tempi definitivi delle attività, a decidere in ultima istanza saranno le regioni. Queste potranno scegliere se anticipare o posticipare le riaperture, a seconda dell’andamento dei contagi nei loro territori.
Arrivano i centri scuola, sollievo per i genitori che lavorano
Ad esempio il Veneto guidato dal presidente Luca Zaia potrebbe aprire i suoi centri estivi già dalla prossima settimana, che verranno organizzati in collaborazione con diocesi, scuole paritarie e fattorie didattiche. In ogni caso, a prescindere dai regolamenti territoriali che ogni regione deciderà di adottare, di fatto ognuna di queste dovrà attenersi alle linee guida dell’ultimo Dpcm.
Nel decreto vengono stabiliti i rapporti numerici fra il numero degli operatori, quello dei bambini e quello degli adolescenti. Che sarà diverso in base alle età. Nel dettaglio, dovrà esserci un adulto ogni cinque bambini dai tre ai cinque anni. Se invece i bambini hanno un’età compresa tra i sei e gli undici anni, dovrà esserci un adulto ogni sette bambini. Mentre un adulto ogni dieci adolescenti sarà la proporzione per i ragazzi dai dodici ai diciassette anni.
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Quali sono i rapporti numerici chiesti dal governo
Nei casi di bambini e ragazzi con disabilità, però, il rapporto numerico sarà diverso e dovrà corrispondere alla cifra di un operatore per ogni bambino o adolescente. Nel tentativo di evitare assembramenti verranno organizzati dei sistemi di smistamento per l’accoglienza, e anche gli ingressi dovranno organizzarsi in scaglioni con frequenza di almeno cinque o dieci minuti gli uni dagli altri. Quando possibile, le uscite avranno percorsi diversi.
I punti di accoglienza saranno poi situati all’esterno, possibilmente vicini a una fontana o a un lavandino con acqua e sapone. Nel caso si sia impossibilitati ad avere questa soluzione, bisognerà munirsi di gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani del bambino, che dovrà utilizzare prima di entrare nella struttura.
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Nello smistamento iniziale, bisognerà chiedere ai genitori se il figlio ha avuto febbre, tosse, difficoltà respiratorie o altri sintomi simili. Si utilizzerà quindi un “rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto”. E la stessa procedura verrà utilizzata per gli operatori. Gli oggetti, giochi o attrezzature usate dai bambini dovranno essere pulite una volta al giorno, e i piccoli dovranno obbligatoriamente lavare le mani tutte le volte che cambieranno attività.
Giovanni Bernardi
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