Il nostro itinerario per i luoghi di fede sparsi nelle varie regioni d’Italia continua. Oggi siamo in Piemonte, in provincia di Cuneo, in quella che è conosciuta come la Certosa di Pesio.
Un piccolo gioiello, un edificio religioso posto nel comune di Chiusa di Pesio a circa 859 metri sul livello del mare, la cui denominazione completa è “Certosa di Santa Maria in Valle Pesio”. Ogni anno attira tantissimi fra fedeli e turisti che arrivano in questo piccolo paese per visitarla.
Un luogo sacro che nasce nel cuore del Medioevo. Scopriamo insieme questo posto così particolare che racchiude in sé tante caratteristiche storiche quanto religiose.
La Certosa di Pesio: una storia davvero lunga
Un viaggio alla scoperta dei luoghi di fede in Italia che sono anche sparsi sulle montagne, in posti che sembrano impervi e difficili da raggiungere. Questa volta siamo in Piemonte, in provincia di Cuneo a ridosso delle Alpi. Nel piccolo comune di Chiusa di Pesio, vi è un luogo sacro e di fede: la Certosa di Pesio.
Dalle fonti storiche si apprende che la probabile fondazione della certosa avvenne nel 1173, a seguito di una donazione. Questo lascito fu affidato al priore Ulderico appartenente all’Ordine dei Certosini, il quale si adoperò in poco tempo per l’edificazione di una chiesa dedicata alla Vergine Maria e a San Giovanni Battista.
Ma perché la certosa venne costruita proprio in questo luogo? L’edificazione non fu casuale, ma fu voluta dalla popolazione della valle che cercava una guida spirituale e di rifugio, soprattutto dopo le incursioni saracene.
I continui contrasti fra i monaci certosini e gli abitanti del posto
Col passare dei secoli, però, il rapporto tra i monaci e la popolazione di Chiusa di Pesio sfociò nel tempo in ampi contrasti che portarono a veri e propri assalti verso il luogo sacro. Questo ne provocò la distruzione di alcune parti ma, anche, la sottrazione dei beni accumulati dai religiosi. Per tali motivi, l’ordine certosino abbandonò la certosa nel 1350. I monaci ritornarono solo nei primi anni del XV secolo, attuando una rivisitazione e il ripristino della struttura.
Tuttavia, la rivolta popolare contro i monaci non si fermò e si riaccese contro la certosa per una disputa sui alcuni possedimenti dell’odierna località di San Bartolomeo che, all’epoca, era disabitata. Lungo la strada che portava al complesso religioso, ogni proprietà del monastero venne devastata e data alle fiamme dagli abitanti, alle quali si aggiunsero minacce, maltrattamenti e ferimenti a carico dei i monaci.
Un altro avvenimento avverso si registrò, nel 1655, come raccontano anche le cronache storiche della Certosa: la cosiddetta “banda del Carnevale”, formata da alcuni personaggi poco raccomandabili di Chiusa di Pesio, per odio personale contro i monaci, assediarono e portarono nuovamente scompiglio all’interno del convento.
La decadenza della Certosa e la rinascita nel 1900
Con l’avvento di Napoleone, l’attività monastica della certosa cessò: i monaci furono mandati via e i beni del convento furono messi all’asta. Il complesso cadde pertanto in un lento abbandono al quale si aggiunsero devastamenti e danneggiamenti alla struttura da parte di terzi. Le parti d’arredo sacre non vendute furono cedute alle vicine chiese della valle, mentre gli antichi libri furono ceduti alla biblioteca civica di Cuneo e le campane d’argento al museo Louvre di Parigi.
Solo nel 1934, con l’entrata dei Padri Missionari della Consolata di Torino, la certosa viene interessata da una nuova fase di rilancio, con interventi mirati di restauro e conservazione. Ancora oggi, questo gruppo di religiosi gestisce il sito.
Ad oggi, il complesso si compone di varie costruzioni articolate intorno al grande chiostro il quale è aperto da un lato verso il bosco e la sovrastante montagna e presenta un porticato lungo 250 metri, sotto cui si aprono le celle dei monaci e gli alloggi per la permanenza di gruppi di persone.
Dal chiostro vi è l’accesso alla cappella del Priore, un piccolo locale con decorazioni affrescate da scene religiose datate XVIII secolo mentre nella parte più alta del complesso vi è la chiesa dell’Assunta. Una delle principali caratteristiche della Certosa è la collezione tassidermica, con animali locali ed esotici, anche se non sempre in buone condizioni.
Info utili: orari Sante Messe e come raggiungerla
Per quel che riguarda l’attività liturgica, la Certosa è aperta ai fedeli e ai visitatori tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 18.00. L’orario della Santa Messa è il seguente:
- Dal lunedì al venerdì alle ore 18.30
- Il sabato alle ore 7.00
- La domenica alle ore 11.00
Come raggiungere questo sacro luogo? Dall’autostrada Torino/Savona, prendere l’uscita di Mondovì e proseguire, poi, per Cuneo. All’indicazione di Pianfei, girare a sinistra proseguire per Chiusa Pesio, Certosa di Pesio.